Le iniziative di Verdi e Ds: sono diseducativi.
La Margherita frena: perché gli insegnanti?
No di Grillini (Ulivo): non ne vedo la ragione

"Prof e studenti, stop ai cellulari in classe".

Nuove regole per alzare il livello di attenzione durante le lezioni "Potranno rappresentare anche un freno contro il fenomeno del bullismo" .

M. C. la Repubblica del 20/1/2007

 

ROMA - Vietato usare il cellulare nelle scuole. Chiunque entri in aula, studenti o docenti che siano, per le ore di lezione deve farne a meno. Sono pronti due disegni di legge per porre un argine alla deriva del comportamento che si vive nelle classi, un divieto inderogabile che metta un paletto, ristabilisca un ordine, perché il cellulare è un distrazione continua che disturba con le lezioni, la pedagogia, l´educazione. È anche uno strumento di cui si può fare un uso improprio, che può ferire, come dimostrano le immagini di violenza riprese nelle aule con il videotelefonino e poi mandate in Rete.

«Siamo così impotenti da dovere ricorrere ad una legge? Sì, lo siamo, lo ammettiamo, e le leggi servono per questo», spiega Alba Sasso, diessina, vicepresidente della commissione Cultura della Camera, prima firmataria di uno dei due disegni di legge. «I ragazzi vivono con il telefono incorporato, gli devi dire: in questa ora no, non lo puoi usare, come in aereo interferisce con gli strumenti di bordo, così in classe con la possibilità di apprendere, di comunicare con il docente». È pronta anche un´altra proposta di legge dei Verdi, primo firmatario il capogruppo Angelo Bonelli. «In Italia - spiega Bonelli - la legge vieta ai minorenni di essere intestatari di un´utenza. Nonostante ciò, i cellulari pullulano negli zaini dei bambini. La nostra proposta vuole essere un freno anche a quei fenomeni di bullismo scolastico, purtroppo sempre più frequenti».

Le scuole con l´autonomia potrebbero dotarsi di un regolamento che vieti, tra l´altro, l´uso del cellulare ma è successo che i genitori abbiano protestato con i professori che hanno tolto il telefono ai figli. Una legge, quindi, dicono i sostenitori, è necessaria per riparare alle sconfitte dell´educazione familiare e alla crisi dell´autorità dei docenti. «Ci dispiace che sia necessaria una legge, che questa colmi i vuoti dell´educazione, della didattica ma per motivi estremi siamo d´accordo», dice Angela Nava, dell´associazione genitori democratici. «I genitori dovranno capire che il dialogo educativo è più importante di una comunicazione al cellulare». Favorevole anche un´altra associazione di genitori, il Moige. «Non siamo contrari», dice Elisabetta Scala, «in linea di principio è utile e può anche salvaguardare i ragazzi da una serie di rischi». La proposta trova consenso tra insegnanti e genitori ma non tutti sono d´accordo. «Sono contrario ad ogni proibizionismo, compreso questo», dice Franco Grillini, deputato dell´Ulivo. «Ormai il telefonino è una estensione della persona umana. Sarebbe necessaria piuttosto una campagna sulla buona educazione, ma è difficile codificare, me ne rendo conto, il "bon ton" per legge». Per Riccardo Villari, responsabile Riforme della Margherita è «bene proibire l´uso dei cellulari durante le ore scolastiche ma estendere il divieto anche ai professori mi sembra fuori luogo». I fautori del divieto però andranno avanti. «La scuola è un luogo che va protetto, è il luogo della riflessione, della comunicazione empatica, anche della lentezza - dice Alba Sasso - il telefono è deleterio». Una legge, quindi, per ripristinare un clima di dialogo e ripartire dalle regole.