Cambia l'assetto delle superiori. Criteri nazionali anche per le qualifiche. Scacco matto alle regioni. Allo stato le competenze di tecnici e professionali da Italia Oggi del 30/1/2007
Erano rimasti nel guado. La legge nazionale non li regolamentava. Le regioni non li avevano disciplinati. E così docenti, circa il 21% di quanti insegnano alle superiori, e studenti, uno su cinque, erano in fuga. Ora il ministro dell'istruzione, Beppe Fioroni, riporta nell'alveo dello stato la competenza anche in materia di istituti professionali. Lo fa subito, con il decreto legge approvato la scorsa settimana al consiglio dei ministri, bloccando l'avvio della riforma Moratti e cancellando i licei tecnologici ed economici. E prova a farlo anche a regime, con un disegno di legge di riforma delle superiori (anche se Fioroni si rifiuta di parlare di una nuova riforma, "siamo malati di riformite", ha detto il ministro, "!la scuola ha bisogno di stabilità, è l'unica grande riforma che si possa fare").
I professionali verranno potenziati in
partnership con gli istituti tecnici, passeranno attraverso una
revisione complessiva delle materie, delle ore (entrambe da ridurre) e
delle attività di laboratorio. Il richiamo legislativo è all'articolo
191 del decreto legislativo n. 297/1994, che inserisce gli istituti
professionali tra le scuole di istruzione secondaria superiore. Un
richiamo attraverso il quale Fioroni tenta di superare quanto invece
previsto dal titolo V della Costituzione, che assegna la materia della
formazione professionale in via esclusiva alle regioni. "Configuriamo
nell'ordinamento nazionale i licei e l'istruzione
tecnico-professionale", spiega il viceministro, Mariangela Bastico
"che dovranno dare diplomi professionalizzanti, sono le qualifiche
professionali che restano in mano alle regioni". Ma anche per questo
troncone ci sarà una revisione: perché le qualifiche potranno essere
offerte anche dagli istituti professionali nell'ambito dei poli
tecnico-professionali, poli che saranno istituiti in ogni provincia e
che, dice sempre il decreto legge, offriranno anche corsi superiori
professionali alternativi all'università. Ma anche perché le
qualifiche regionali dovranno essere saranno spendibili su tutto il
territorio, secondo criteri decisi a livello nazionale e stabiliti con
intesa stato-regioni. |