Un 2007 ricco di sfide e di insidie:
dall'obbligo scolastico alla valorizzazione professionale dei prof.

Le sabbie mobili del nuovo anno.

I rapporti con i sindacati e gli equilibri interni alla coalizione

di Alessandra Ricciardi  da Italia Oggi del 2/1/2007

 

Chi pensava di aver superato il traguardo più difficile del primo anno di governo Prodi, con l'approvazione della Finanziaria, si sbagliava. Paradossalmente, i problemi veri cominciano adesso che la manovra è legge. Soprattutto per un settore come la scuola, il più nutrito del pubblico impiego, politicamente delicato per i rapporti con sindacati, partiti interni alla stessa maggioranza, forze sociali, dal mondo industriale alla Chiesa.

Portato a compito lo smontaggio della riforma Moratti, avviato con una serie di atti amministrativi più che legislativi, il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, e il suo vice, Mariangela Bastico, dovranno ora ricostruire. Sul punto, le indicazioni che giungono dalla Finanziaria sono state costruite ad arte per dire ma non troppo, lasciando così margine per una dosata trattativa. L'obbligo di istruzione, per esempio, è fissato dalla Finanziaria a 16 anni ed è riportato nell'alveo della scuola. Ma lasciando in piedi le sperimentazioni dei canali professionali.

Il ministero è chiamato a definire la struttura, anche dei piani di studio, del nuovo biennio delle superiori a cui tutti i giovani sono tenuti. Che destino avrà la formazione professionale? Nobilitata dalla Cisl, fortemente avversata dalla Cgil, con contrapposizioni forti tra Ds e Margherita, che fine farà, se e in che modo potrà servire ad adempiere l'obbligo non è facile a dirsi. C'è un anno di tempo per decidere. Per non parlare poi delle classi primavera, che dovranno definitivamente mandare in soffitta le iscrizioni anticipate alla scuola dell'infanzia, di morattiana memoria, e sostituirle con un nuovo modello pedagogico. Ma l'intesa in questo caso va raggiunta su tre tavoli: partiti, sindacati ed enti locali.

E poi già da questo mese deve essere chiarito quale sarà l'organigramma dello stesso ministero e e delle sue strutture periferiche. Non solo va stilato il regolamento di riorganizzazione interna, ma va creata la nuova agenzia di valutazione. Con un decreto di fine dicembre, intanto il ministero ha mandato a casa tutti i vertici degli istituti che la Finanziaria ha abolito, ossia Indire e Irre, commissariando le strutture.

Ci sono invece 18 mesi di tempo per definire le nuove procedure di reclutamento dei docenti (in tre anni ne entreranno a tempo indeterminato 150 mila) e i meccanismi universitari di formazione. Settore delicato, che coinvolge anche il ministero dell'università. E che è strettamente connesso con la maggiore professionalizzazione e valorizzazione dei docenti, da tutti invocata. Diversificare gli stipendi in base al merito, però, è uno dei cavalli di battaglia che hanno disarcionato più di un ministro.