Il 6 gennaio del 1907 nasceva la prima "Casa dei
Bambini" nel quartiere
San Lorenzo della capitale. Con un metodo che si è diffuso in tutto il
mondo
Cento anni fa il primo asilo Montessori.
Roma ricorda la grande pedagogista.
la Repubblica del
6/1/2007
ROMA - Maria Montessori non era una
donna comune. Quando fondò la prima "Casa dei bambini" era già nota
per essere una delle prime donne laureate in medicina in Italia, per
le sue lotte femministe e per il suo impegno sociale e scientifico a
favore dei bambini disabili. Oggi ricorre il centesimo anniversario
proprio di quella prima scuola che la pedagogista creò nella capitale,
nel quartiere di San Lorenzo. E Roma celebra l'evento con una
convention internazionale di due giorni in corso all'Auditorium, che
raduna montessoriani di tutto il mondo. Perché i metodi della
Montessori furono fermamente combattuti sia dal regime fascista che da
quello nazista, costringendola all'espatrio e aiutandola così a
diffondere anche all'estero le sue teorie innovative.
"La scuola italiana ha un grande debito di riconoscenza nei confronti
di Maria Montessori, esemplare figura di educatore che ha precorso i
tempi ed ha avuto il coraggio di avviare un progetto pedagogico
innovativo, basato sulla centralità dell'alunno e sull'idea del
bambino come persona completa". Così la ricorda il ministro della
Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni nell'anniversario della prima
"Casa" sottolineando come il principio ispiratore, e la grande novità,
delle sue teorie fu quello di "conoscere e valorizzare gli spontanei
interessi del bambino come leve prioritarie per il suo apprendimento".
Due volte candidata al premio Nobel per la pace, Maria Montessori
nacque a nacque a Chiaravalle (Ancona) il 31 agosto 1870. Trascorse
infanzia e giovinezza a Roma dove decise d'intraprendere studi
scientifici per diventare ingegnere. Ma questa strada era preclusa
alle donne. Le fu però concesso di iscriversi alla facoltà di Medicina
e chirurgia dove si laureò nel 1896 con una tesi in psichiatria,
diventando assistente della cattedra universitaria di medicina.
Intorno al 1900 cominciò un lavoro di ricerca presso il manicomio
romano di S. Maria della Pietà dove, tra gli adulti malati di mente,
si trovavano bambini con difficoltà o con turbe del comportamento.
Erano rinchiusi e trattati alla pari degli altri, in stato di grave
abbandono affettivo. Generosa ed energica, Montessori decise di
dedicarsi al loro recupero e ottenne, con l'aiuto di materiali adatti,
risultati inaspettati. Con calore si battè per i loro diritti nei
congressi di quegli anni e al tempo stesso cominciò a studiare i
bambini normali, per i quali il 6 gennaio 1907 aprì appunto la prima
"Casa dei Bambini" creando una scuola armoniosa e a misura del
fanciullo, anche nell'arredamento - con i piccoli banchi bianchi fra
pareti colorate, librerie e lavandini ad altezza di bambino - e
introducendo nuovi materiali di sviluppo. Nel 1924 fondò l'Opera
Nazionale Montessori per l'attuazione e la tutela del metodo ma nel
1936, ostile al regime fascista che tentò di farne uno strumento di
propaganda politica, lasciò l'Italia per seguire lo sviluppo delle
scuole montessoriane in diverse parti del mondo, in particolare negli
Stati Uniti.
Al rientro in patria, nel 1947, la Montessori si preoccupò innanzi
tutto di ricostruire l'Opera. Nel 1952 morì in Olanda, a Noordwijk,
dove si era ritirata. E sempre in Olanda, 14 anni fa, morì il suo
unico figlio Mario. Se infatti molti ricordano il suo volto stampato
sulle vecchie mille lire, quando sostituì l'immagine di Marco Polo e
dove rimase fino all'avvento dell'euro, pochi sanno che la Montessori
ebbe una relazione con un suo giovane assistente di psichiatria
all'università, Giuseppe Montesano, da cui nacque un bambino che la
pedagogista fu costretta a dare in affido per evitare lo scandalo.
Alla sua storia, le sue ricerche scientifiche, è ispirata una
miniserie in onda nei prossimi mesi su Mediaset dove la parte della
pedagogista è interpretata da Paola Cortellesi.