Le stime del ministero a 4 giorni dalla chiusura
delle iscrizioni:
boom di nuovi studenti al Centro-Nord, calo al Sud.
Ma il ministero deve fare i conti con i tagli della Finanziaria
Scuola, nel 2008 meno cattedre
ma ci saranno 28mila alunni in più.
Salvo Intravaia, la Repubblica,
23/1/2007
Più
alunni e meno classi. E' la prospettiva, per il prossimo anno
scolastico, che emerge dai primi incontri tra sindacati e tecnici del
ministero della Pubblica istruzione. I dati riservati sono stati
consegnati ai rappresentanti di categoria lo scorso 16 gennaio: 28
mila alunni in più a fronte di 14 mila cattedre in meno.
Si
tratta delle previsioni sulla cosiddetta popolazione scolastica per il
2007/2008 e dei relativi tagli che devono essere realizzati, con
qualche mal di pancia, in applicazione della Finanziaria. I dati
previsionali (organico di diritto) che il ministero elabora a gennaio
per avviare l'anno scolastico successivo dovranno essere verificati
dalle iscrizioni che si chiuderanno fra pochi giorni (il prossimo 27
gennaio), ma in generale non si registrano grossi scostamenti.
Il prossimo primo settembre, saranno le regioni del Centro-nord a
soffrire maggiormente i tagli imposti da via XX settembre. Infatti da
Roma in su le previsioni parlano di popolazione scolastica in crescita
ma le classi diminuiranno lo stesso. Al Sud, invece, come avviene da
alcuni anni a questa parte, ci saranno meno alunni: la patata bollente
passerà nelle mani dei dirigenti degli uffici scolastici regionali:
saranno loro a dovere mettere in pratica i tagli regione per regione.
La
previsione.
Lo Snals parla di
'situazione da lacrime e sangue'. Imputato numero uno è l'ormai famoso,
almeno fra gli addetti ai lavori, innalzamento di 0,4 del rapporto
alunni-classi contenuto
nel documento di bilancio per il 2007.
Il taglio più consistente sarà effettuato sulla scuola superiore e
sulla scuola primaria (l'ex elementare): proprio dove l'incremento
degli alunni sarà più consistente. Secondo le previsioni elaborate dai
tecnici di viale Trastevere la scuola elementare vedrà aumentare i
bambini di circa 25 mila unità ma ad accoglierli ci saranno oltre 5
mila insegnanti in meno. Stessa cosa per la scuola superiore dove, a
fronte di 14 mila studenti in più, si conteranno 6 mila cattedre in
meno. Quasi 3 mila i posti raggranellati alla media dove si dovrebbero
contare 11 mila ragazzini in meno.
La
deroga.
Per ottenere un taglio di 14 mila cattedre il ministero dovrebbe
manovrare diverse leve. Una delle possibilità che dovrebbe consentire
i maggiori risparmi di posti e classi dovrebbe essere un decreto di
prossima emanazione che da la possibilità ai direttori scolastici
regionali di derogare dai parametri per la formazione delle classi. A
titolo di esempio, la norma vigente prevede per le prime classi un
numero massimo di 25 alunni che scende a 20 per le classi con un
portatore di handicap grave. Le classi successive alla prima possono
ospitare al massimo 28 alunni, elevabili a 30 alunni in particolari
condizioni. Per centrare gli obiettivi ci sarà l'aurorizzazione ad
aumentare di una o due alunni per classe i limiti previsti dalla
normativa attuale. Si potranno, in buona sostanza, formare prime
classi con 27 alunni anche in presenza di disabili (non gravi) e
classi successive alla prima anche con 32 alunni: prospettiva che farà
drizzare i capelli anche agli insegnanti più pazienti.
La
crescita del Nord.
L'incremento della popolazione scolastica dovrebbe essere solo nelle
regioni del Centro Nord. Nelle 10 regioni italiane in questione la
stima ministeriale prevede per l'anno prossimo un incremento di 61
mila alunni, mentre le regioni nel mezzogiorno ne perderanno 33 mila.
Un bilancio che conferma una Italia a due velocità anche nella scuola.
Sono almeno due le cause alla base di questo divario che contribuisce
a depauperare regioni come Campania, Sicilia, Calabria e Puglia.
L'esodo delle giovani coppie verso le regioni del Nord in cerca di
lavoro stabile e la maggiore presenza di immigrati che, dovendo
scegliere dove stabilizzarsi, preferiscono ancora una volta le aree
settentrionali del paese.