Aumentano i controlli del ministero dopo la
sfornata di neolaureati che hanno
conseguito il titolo con notevole anticipo. I casi di Chieti, Pescara
e Casamassima
Università, il 'genio' è sospetto lauree brevi, ma in pochi mesi
Università, il 'genio' è sospetto
lauree brevi, ma in pochi mesi.
Massimiliano Papasso, la Repubblica del
12/1/2007
I maligni li
chiamano esamifici. Quelli più indulgenti amano definirle come
università dal target ben preciso. In comune hanno la capacità di
attirare ogni anno migliaia di nuovi studenti e di farli arrivare alla
laurea in tempi incredibilmente brevi: due anni, uno, in alcuni casi
anche soltanto pochi mesi. Atenei dove i laureti "precoci" - così come
si definiscono tutti gli studenti che hanno conseguito un titolo di
studio in un tempo inferiore alla durata del corso - sono la
stragrande maggioranza degli altri dottori, e su cui il Ministero
dell'Università ha intenzione di vederci chiaro. Perché se è
plausibile che qualche studente particolarmente dotato arrivi alla
laurea con un anno o poco più di anticipo, quando in un solo ateneo il
90% dei laureati è arrivato alla meta in anticipo, allora forse
sarebbe meglio interrogarsi sulle cause. Per dirla con le parole del
ministro Mussi: "O siamo di fronte ad università di soli geni, oppure
c'è qualcosa che non va".
I dati. Secondo l'ultimo rapporto del Comitato di valutazione del
sistema universitario presentato nello scorso mese di novembre, nel
2005 la percentuale di studenti dei nostri atenei che avevano
conquistato una laurea triennale prima dei tre anni era pari al 5,1%.
In sostanza su un totale di 130 mila laureati, 6.500 avevano in un sol
colpo bruciato esami e le tappe più importanti della loro carriera
universitaria.
Un fenomeno in crescita negli ultimi anni, e che lo stesso Cnvsu ha
definito come "abnorme" per quel che riguarda i dati dei singoli
atenei. Se infatti sono molte le università dove i laureati precoci o
non ci sono o rappresentano una parte irrisoria del totale, ce ne sono
altre dove la loro concentrazione è molto più consistente. "Degli
oltre 6.500 laureati precoci del 2005 - ha osservato il Comitato nella
sua relazione - più del 57% di questi studenti risultano essere
iscritti in due soli atenei, mentre il 78% in soli cinque".
Gli atenei
precoci.
Se infatti università come la Bocconi, la Statale di Milano, il
Politecnico di Torino, l'Università di Modena e quella di Ferrara
hanno permesso a uno, al massimo due studenti di laurearsi prima dei
tre anni accademici, altri atenei, hanno preferito non ostacolare la
corsa sfrenata verso la conquista del titolo accademico. Anzi, in
alcuni casi l'hanno addirittura agevolata grazie all'ormai
inflazionato sistema del riconoscimento dei crediti.
E' il caso dell'Università telematica "Guglielmo Marconi", l'unico web
ateneo a sfornare laureati nel 2005. Ebbene, secondo i dati forniti
dall'ufficio statistico del Miur, su 100 neo dottori, ben 99 non si
erano iscritti nemmeno tre anni prima: praticamente il 90% del totale.
Altro ateneo a chiara maggioranza di laureati precoci è la Lum "J.
Monnet" di Casamassima in Puglia: qui su 271 laureati nel 2005, il
69,3% è arrivato alla laurea in meno di un triennio. Stesso discorso
per l'ateneo di Chieti e Pescara dove 2354 studenti su 4290 si sono
laureati prima del previsto.
Un caso, un anno particolarmente favorevole per chi aveva deciso di
completare gli studi, oppure una eccezionale concentrazione di "geni"
nello stesso ateneo? Niente di tutto questo. Per molte università
quello dei laureati precoci è un fenomeno se non abituale almeno
ricorrente. Se infatti per l'Università di Chieti e Pescara nello
scorso anno i precoci sono stati il 54,87% del totale, nel 2004 questa
percentuale era addirittura superiore: il 56% (1950 su 3476).
Situazione simile per la Lum (30 precoci su 73 laureati), l'Università
della Tuscia con il 29% e quella della Valle d'Aosta, dove su un
totale di 21 neo dottori, 8 sono stati campioni di velocità.
Questione
di target.
Ma come spiegano i vertici di questi atenei così tanti laureati
precoci? Loro, le parole "esamifici" e "lauree facili" non voglio
nemmeno sentirle nominare. Piuttosto parlano di strategie di marketing
e un bacino d'utenza ben identificato. "Il 90% dei nostri iscritti non
sono studenti che hanno avuto un percorso di studio regolare - spiega
Gabriella Paglia, responsabile dei rapporti esterni dell'Università
telematica "Guglielmo Marconi" - ma gente che magari ha già alle
spalle una carriera universitaria.
Oltre a loro, tra i nostri iscritti ci sono anche esponenti del mondo
delle professioni, geometri, forze di polizia, giornalisti, consulenti
del lavoro. Loro rappresentano a pieno il nostro target. E il sistema
del riconoscimento dei crediti, a loro come a chiunque altro dà la
possibilità di non perdere gli esami pregressi o l'esperienza
conquistata, ovviamente nei limiti fissati dalla legge". Un limite
che, dopo la norma voluta in Finanziaria del ministro Mussi, è sceso a
60 crediti su 180 per le lauree triennali e 40 su 120 per quelle
magistrali.
"Grazie a Dio il ministro ha messo un freno a questa tendenza. D'altra
parte il suo intervento è la dimostrazione che non si trattava di un
fenomeno circoscritto a poche università ma che quello del
riconoscimento dei crediti senza freni era un sistema ormai diffuso in
tutti gli atenei. Paura di controlli sui laureati precoci? Per carità
- conclude Gabriella Paglia - il Ministero ha tutte le carte in mano e
il Cnvsu effettua periodicamente dei controlli. Noi siamo aperti a
tutti e non abbiamo niente da nascondere".
Esperti in riconversione.
Ma se il fenomeno è davvero così diffuso, come mai ci sono atenei dove
i laureati precoci sono migliaia e altri invece dove non ce n'è
nemmeno uno? "Di sicuro questi dati non sono sintomo di lauree facili
- assicura Michele Cascavilla, preside vicario della Facoltà di
Scienze Sociali dell'Università di Chieti e Pescara - All'interno
della nostra facoltà abbiamo puntato molto sul sistema della
riconversione dei crediti che agevola il conseguimento della laurea a
determinati studenti. Mi riferisco a chi è già in possesso di un
diploma di laurea in assistenza sociale e che con un solo anno di
frequenza può conquistare una laurea triennale. In questo caso mi
sembra davvero ingiusto parlare di laureati precoci".
Resta il fatto però che il sistema della riconversione dei crediti
rappresenta uno dei fiori all'occhiello dell'ateneo abruzzese, visto
che insieme alla Lum di Casamassima, quella di Chieti è tra le
università che nel 2004/2005 ha abbonato più crediti ai suoi nuovi
studenti: su 8.142 matricole ben 2862 si sono viste abbonare dai 121
ai 180 cfu. "Se i dati dicono questo - continua il preside Cascavilla
- vuol dire la nostra università su questo tema è organizzata meglio
di altre, offrendo dei servizi che attraggono matricole da tutta
Italia. Quello che posso escludere con sicurezza e che nel nostro
ateneo ci siano stati degli studenti 'normalì che iscritti
all'università per la prima volta siano arrivati alla laurea prima dei
tre anni, sostenendo esami dopo esami. Se così fosse - conclude il
preside - sarebbe davvero poco serio".