Precari, la carica dei "nuovi" 150mila:
età media 40 anni.

150mila nuovi docenti assunti nei prossimi tre anni saranno già vecchi.

da Il Sole 24 Ore del 4/1/2007.

 

Il programma pluriennale di immissioni in ruolo è previsto dalla Finanziaria 2007. L'alto numero farebbe pensare a una robusta iniezione di forze fresche in cattedra. Ma non è così: l'età media di chi otterrà la nomina sarà intorno ai 40 anni, tra le più alte d'Europa. E gli insegnanti immessi in ruolo avranno in comune gli anni difficili trascorsi da supplenti, cominciati con gli incarichi brevi e proseguiti fino al traguardo delle nomine annuali. Un percorso sfiancante che può durare anche più di dieci anni, tra continui cambi di sede, di colleghi e - ovviamente - di studenti.

Con queste premesse diventa facile comprendere che gran parte dei nuovi assunti saranno demotivati e, soprattutto, sfibrati dalla lunga marcia verso la cattedra. Considerato che l'età per la pensione scatta a 65 anni, si tratta di docenti che resteranno in servizio per almeno venti anni. E' uno dei motivi che rende molto arduo parlare di ronnovamento nella scuola. Gran parte dei supplenti entrerà in ruolo tra i 45 e i 55 anni.

Ma per gli aspiranti docenti non è solo questione di anagrafica: mancano selezione e formazione specifica. Così, anche per le prossime immissioni in ruolo non sarà possibile applicare alcuna valutazione di merito, ma solo far scorrere la famigerata graduatoria permanente. La superlista che, di fatto, ha trasformato i supplenti in disoccupati organizzati, dove si va avanti a colpi di punteggi legati soltanto ai titoli di studio e all'anzianità di servizio.

Secondo l'ultimo dossier pubblicato dall'associazione Treellle (Oltre il precariato) gli iscritti alla graduatoria permanente sono oltre 43 mila. Il 31% è già di ruoli, ma mira a cambiare insegnamento anche se "non dovrebbe stare in una lista che serve per l'assunzione dei precari", osserva Treelle. Il 53% appartiene all'area umanistica. La finanziaria 2007 tenta di mettere ordine bloccando l'accesso alle graduatorie permanenti, a parte alcuni casi, trasformandole in elenchi "a esaurimento". Ma la superfila di chi preme per insegnare è lunghissima. E per le classi di concorso legate alle discipline linguistico-letterarie il periodo di esaurimento è stimanto in decine di anni.

Gli insegnanti a tempo indeterminato sono 711mila ai quali ogni anno si aggiungono 242 docenti supplenti (124mila con contratti annuali, 118mila con nomine brevi). Altri 90mila sono prossimi all'abilitazione, tra corsi e escuole universitarie di specializzazione. Infine, ai precari vanno sommati anche gli aspiranti iscritti nelle graduatorie di istituto, che sarebbero 56 mila.

"la graduatoria nazionale permanente di precari rappresenta un caso unico in Europa", è scritto ancora nella ricerca di Treelle. L'esubero di docenti in Italia, con il connesso fenomeno del precariato, è un'anomalia:"La maggior parte dei Paesi europei ha il problema opposto di una carenza di insegnanti", aggiunge Treelle.

Intervenire in un simile contesta diventa quasi un rompicapo. Da un lato l'esigenza di impostare un percorso unico di formazione specifica per gli insegnanti, collegato alle reali esigenze di posto. Dall'altro la necessità di stabilizzare centinaia di migliaia di supplenti che da anno consentono alla scuola di funzionare. In gioco la qualtià, l'innovazione e la competitività dell'intero sistema-istruzione sullo scenario europeo

Vincono le donne

39anni Età media precari
L'età media dei 242 iscritti alla graduatoria naizonale permanente (nel 2003) sfiora i 40 anni. L'età media degli insegnanti di ruolo a tempo indeterminato è di 48 anni

83% Tasso di femminilizzazione
Tra gli insegnanti di ruolo la percentuale di donne è leggermente più bassa: 79%

63% Dal sud e dalle Isole
Più della metà dei precari viene dalle Regioni del Sud e dalle Isole. Il 12% sono inoltre iscritti in graduatoria di regione diversa da quella di titolarità.