Tutti (o quasi) d’accordo
per una legge antifannulloni.
da
Tuttoscuola, 27 gennaio 2007
Quando alcuni mesi fa il giuslavorista Piero
Ichino dalle pagine del "Corriere della sera" denunciò la presenza
nella pubblica amministrazione, e anche nella scuola italiana, di
fannulloni, il ministro Fioroni ribattè prontamente che non era giusto
fare di ogni erba un fascio e di mettere sotto accusa un’intera
categoria per colpa di alcune "mele marce".
Tuttavia, mentre si ergeva a difesa della massa, il ministro
dichiarava la sua ferma intenzione di voler perseguire quegli
insegnanti che, protetti dalle norme di garanzia, eludono gli impegni
basilari della propria professione di dipendenti e di educatori.
Armi spuntate, disse qualcuno. Se è vero che è giusto chiedere ai
dirigenti più rigore e più controllo per perseguire incapaci e
fannulloni, bisognava infatti riconoscere che nelle scuole il
dirigente scolastico ha a disposizione solamente la sanzione
dell’avvertimento scritto, non granché per scoraggiare i meno
volenterosi.
Per livelli di sanzione più gravi la competenza è del dirigente
superiore (ex-provveditore), che comunque decide solamente su parere
vincolante del consiglio di disciplina (composto da docenti).
Non bastano dunque procedure snelle e puntuali, occorre qualcosa di
più. E... qualcosa sembra ora arrivare nientemeno che da una nuova
legge del Parlamento: sia alla Camera sia al Senato sono state
depositate in questi giorni due proposte di legge, in buona misura
condivise da esponenti della maggioranza e dell’opposizione,
finalizzate proprio a perseguire i dipendenti pubblici fannulloni,
compresi, quindi, gli insegnanti.
Ma non mancano all’interno della maggioranza voci isolate contrarie ad
un provvedimento che potrebbe tradursi in inutili grida manzoniane.
Dal testo delle proposte si potrà vedere quale deterrenza effettiva
contengono. Ma sarà più importante sapere se, oltre alla volontà
politica, vi sarà anche la disponibilità sindacale a sostenerla.