Stato di agitazione per gli statali.
Pubblico impiego, i sindacati: da l'Unità del 21/2/2007
Stato di agitazione per gli statali. In attesa dell'apertura del "tavoli" di confronto con l'esecutivo sulla riforma del pubblico impiego, Cgil, Cisl e Uil hanno preannunciano uno sciopero entro il mese di marzo. Il motivo, sottolineano le sigle sindacali, l'assenza di risposte da parte dell'esecutivo su tre punti in particolare: il rinnovo dei contratti pubblici (scaduto nel 2005 e che riguarda in totale 3,5 milioni di persone), l'applicazione del memorandum sul lavoro pubblico sottoscritto dal governo il 18 gennaio, l'avvio della riforma del Tfr anche nella pubblica amministrazione (per ora il nuovo Tfr riguarda solo i lavori del privato). Per le tre sigle è «davvero incomprensibile che da un mese di distanza sia calato un generale silenzio e quel che è più grave non sia stato fatto nulla degli atti preliminari previsti dal Memorandum». In particolare, sottolinea una nota congiunta, «le Regioni ed i Comuni non hanno ancora sottoscritto l'intesa ne’ è dato sapere quando lo faranno; le direttive per l'avvio della stagione contrattuale non sono state predisposte; nonostante i ripetuti annunci la previdenza integrativa per quasi due milioni di lavoratori dopo 12 anni è ancora una volta rinviata alle calende greche con conseguenze gravi sul futuro di questi lavoratori». Inoltre, lamentano i sindacati, «ulteriore allarme determina il rincorrersi di voci secondo le quali le risorse per i contratti definiti nella Legge Finanziaria non avrebbero una reale caratteristica di certezza, mentre il principale ostacolo alla previdenza integrativa per i lavoratori pubblici risiederebbe nel Ministero dell'Economia». «Questo stato di cose», prosegue il comunicato, «in ogni caso non è più sopportabile e nella consapevolezza che l'applicazione del Memorandum, la stipula dei contratti nazionali, l'avvio della previdenza integrativa sono indispensabili per il Paese e per le lavoratrici ed i lavoratori vogliamo con fermezza comunicare al Governo che non siamo più disposti ad aspettare non si sa più cosa. Ecco perché dichiariamo lo stato di agitazione della categoria ed annunciamo fin d'ora l'avvio di iniziative di lotta nel mese di marzo in mancanza di risposte serie e credibili».
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