Doppio punteggio incostituzionale. da vincenzobrancatisano.it, 3/2/2007
I giornali nazionali scoprono il doppio punteggio della montagna. Finalmente anche le cosiddette grandi testate si accorgono della famigerata legge 143/2004 e delle proprie nefandezze. Dopo avere ignorato per tre anni il problema, se ne escono in queste ore con informazioni ministeriali che promettono a tutti massima tranquillità. State sereni, nessuno perderà nulla. Cosa sarà mai una sentenza della Corte Costituzionale. Cosa saranno mai le perplessità di un Tar. Ci sarà un nuovo indulto? State sereni, non succederà nulla. Ci sembra di ricordare questa frase. E’ della primavera 2006. Non vi preoccupate, aboliremo il doppio punteggio di montagna. Se ci voterete. L’hanno abolito, certo, ma hanno lasciato che estendesse i propri effetti fino al 1 settembre 2007. Così hanno mandato allo sbaraglio migliaia di docenti su e giù per i monti, anche nell’anno in corso, infischiandosene della pessima amministrazione della cosa pubblica, contraria anche alla Costituzione, indotta dallo smembramento delle cattedre (abbiamo contato e denunciato situazioni con sette insegnanti su una cattedra di 17 ore). Non se la sono sentita di farlo prima perché non volevano turbare i diritti acquisiti. L’anno scolastico in corso doveva ancora iniziare, si potevano evitare problemi ulteriori, ma non se la sono sentita, del resto neppure i sindacati, ispiratori del (mancato provvedimento) se la sono sentita. Eppure c’è chi nel 2005 si dissociò dalla normativa incostituzionale: l’istituto industriale “Fermi” di Modena. Non si possono fare leggi retroattive, hanno detto invece i nostri politici, sapendo di dire una cosa non vera. Le leggi reroattive si possono fare, a parte pochissime eccezioni. In campo penale la retroattività è proibita dalla Costituzione: nessuno può essere punito per un fatto commesso prima che la legge penale lo abbia configurato come reato. Il punteggio delle graduatorie non è roba da Corte D’Assise, è solo roba da manicomio. La Corte Costituzionale e anche il Tar del Lazio aggiungono addirittura che il fatto di essere in graduatoria non significa avere diritti. Peraltro, sostiene il falso chi sostiene che non sono mai stati emessi provvedimenti retroattivi nel settore delle graduatorie scolastiche. Che cos’è stato, se non un provvedimento retroattivo, quello che nel 2004 ha ridotto di due terzi i punti relativi ai titoli di ammissione nelle graduatorie? La stessa Corte Costituzionale nella sentenza con la quale ha dichiarato incostituzionale il doppio punteggio di montagna ha sancito che la retroattività della valutazione dei titoli è costituzionale, una cosa ovvia a chiunque conosca un po’ il diritto. Sostenere nell’estate 2006 che non si poteva abolire il doppio punteggio neppure per l’anno 2006-2007 è stato singolare. Attendere la legge finanziaria per abolirlo è stato grave. Far slittare al 1 settembre 2007 gli effetti dell’abolizione è stato devastante. “Prendetevi la montagna, e non vi preoccupate – consiglierà il segretario provinciale di un sindacato scuola a fine agosto 2006 a centinaia di precari accorsi per la nomina – finchè c’è, godetene”. Ora i sindacati si stracciano le vesti, si scandalizzano, fanno insomma la propria parte e assieme all’attuale governo attribuiscono al (pessimo) governo Berlusconi la responsabilità del doppio punteggio. Invece fu il Parlamento a votare la legge 143, mentre il governo fornì addirittura un parere contrario. E’ singolare che un governo (Berlusconi), con l’ampia maggioranza che lo sosteneva non sia riuscito a farsi sentire dalla propria maggioranza in Parlamento, ma è un fatto che il governo (Berlusconi) del 2004 sia stato contrario all’estensione del doppio punteggio a tutti gli ordini di scuola e addirittura all’estensione squallida del doppio punteggio al servizio svolto in carcere e nelle isole minori. Perché prendersela con la (pessima) Moratti o con la Riforma Moratti? Che c’entra la riforma Moratti con il doppio punteggio di montagna? Dei politici di centrosinistra, durante l’iter di conversione del decreto 97 in legge 143, ricordiamo gli attacchi al servizio militare – la valutazione c’era nel decreto legge 97, fu poi eliminato su richiesta sindacale, almeno dalle permanenti, durante l’iter di conversione – ma non ricordiamo attacchi altrettanto efficaci contro il doppio punteggio di montagna. E stiamo parlando di un principio squallido, ingiusto, platealmente incostituzionale. Hanno consentito che passasse. Per ben due volte. Nel 2004 con la scusa di avere barattato la norma con la promessa di immissioni in ruolo. Quasi che baratti del genere non siano ancora più squallidi del punteggio in sé: non si barattano i diritti, specie quando l’immissione in ruolo così ottenuta da uno costa il sacrificio di un altro sorpassato in modo ingiusto e incostituzionale. E nel 2005: qualcuno ricorda ancora? Meriterebbero un tapiro di plastica, ma nessuno glielo manderà, perché i precari della scuola a furia di farsi trattare (e di accettare di essere trattati) da sottoproletari sono diventati meno importanti della stoffa con cui hanno confezionato il vestito del Gabibbo. E mentre le amministrazioni non sanno che pesci prendere dopo la sentenza della Corte Costituzionale, le notizie sono rassicuranti. State sereni. Nessuno perderà nulla.
Noi invece chiediamo ancora una volta al governo
di avere un po’ di coraggio e di andare oltre, gli chiediamo di
superare la Corte Costituzionale. Si abolisca con un decreto d’urgenza
e con effetto retroattivo anche il doppio punteggio per il servizio
svolto in carcere e nelle piccole isole. Lo avevamo
chiesto anche con un po’ di ironia l’estate scorsa. Lo
abbiamo chiesto
seriamente nei giorni scorsi. Ora lo ribadiamo: siano aboliti
tutti i privilegi e con effetto retroattivo. Non si scandalizzino i
sindacati per i danni (gravi) creati ai precari (magari di primo pelo)
che hanno fatto qualche chilometro (dieci, cento, mille, centomila?)
in più per andare in collina o sui monti, che hanno patito il freddo.
Chi è in servizio da 20, 30 anni come precario della scuola pubblica
ha subìto danni ben più gravi. In pianura e in montagna. Al mare e in
città. Una montagna di danni. |