I fondi recuperati bloccando una norma del decreto "tagliaspese" di Berlusconi e dai provveditorati. Il viceministro Bastico: "Per noi questa è una emergenza primaria"

"Arrivano i soldi per i supplenti".
Così il Ministero corre ai ripari.

Salvo Intravaia, la Repubblica, 14/2/2007

 

In arrivo i soldi per pagare i supplenti. Dopo la levata di scudi dei sindacati, che nei giorni scorsi hanno denunciato la situazione di migliaia di precari rimasti per mesi senza paga, il ministero della Pubblica istruzione corre ai ripari. "Per noi - dice Mariangela Bastico, vice ministro della Pubblica istruzione - quella dei supplenti è una emergenza assoluta, per questo motivo abbiamo già attivato una serie di iniziative per porre fine a una situazione che consideriamo intollerabile".

Per fare arrivare gli stipendi nelle tasche dei legittimi proprietari viale Trastevere ha previsto due mosse. La prima riguarda il recupero di 70 milioni di euro tagliati alle scuole dal governo Berlusconi col decreto tagliaspese. Il provvedimento che recupera 'il maltolto' è alla firma del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa. I fondi andranno direttamente nelle casse delle scuole che potranno pagare gli stipendi ai supplenti. La seconda mossa prevede il recupero di una parte delle somme non spese e in giacenza presso gli uffici scolastici provinciali (gli ex provveditorati agli studi) e gli Uffici scolastici regionali. Per fare arrivare alle scuole le somme necessarie al pagamento di migliaia di insegnanti non occorrerà aspettare provvedimenti speciali, basteranno semplici trasferimenti di somme.

"Abbiamo dato gli input necessari ai dirigenti degli uffici periferici - spiega la Bastico - per risolvere la situazione nel più breve tempo possibile". Poi la vice di Fioroni si lascia andare a una valutazione politica che dà conto di tutte le difficoltà finanziarie i cui sono costrette a navigare le scuole. "In 5 anni la Moratti ha tagliato più di quanto il sistema-scuola potesse sostenere. Basti pensare che il budget per le supplenze brevi è stato dimezzato e le Regioni - come la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna - dove si è registrato il maggiore incremento di alunni si sono trovate in difficoltà". I debiti del ministero nei confronti dei precari ammonterebbero a circa 165 milioni di euro, ma la situazione debitoria complessiva nei confronti delle scuole - pagamenti dei compensi relativi agli esami di Stato, stipendi per le supplenze brevi, spese di funzionamento e Tarsu (la Tassa sullo smaltimento dei rifiuti) - dai primi conteggi supererebbe i 450 milioni. "Le scuole dapprima hanno tamponato con altri fondi, ma adesso si trovano in gravi difficoltà", ammette la Bastico.