Il ministero della Pubblica istruzione presenta
i dati del fenomeno.
Quasi un milione di studenti non va oltre la licenza media.
"Ripercussioni sullo sviluppo"
Allarme dispersione, l'Europa boccia l'Italia
lasciano la scuola 500mila ragazzi all'anno.
Salvo Intravaia, la Repubblica,
12/2/2007
Troppi giovani 'al palo' rallentano la crescita dell'Italia. Sono
quasi un milione i ragazzi del nostro paese in possesso della sola
licenza media e quasi mezzo milione i cosiddetti 'dispersi' che la
scuola genera ogni anno. Sono sufficienti solo questi due dati per
collocare i giovani italiani agli ultimi posti in Europa. E' il
ministero della Pubblica istruzione a fornire i numeri che possono
aiutare a spiegare sia le crescenti difficoltà di inserimento
lavorativo di tantissimi ragazzi sia le difficoltà di una economia che
stenta perennemente a spiccare il volo.
Gli 'early school leavers'.
Si tratta di coloro che si sono congedati un po' troppo presto dalla
scuola. In Italia, nel 2006, se ne contavano ben 890 mila: ragazzi di
età compresa fra i 18 e i 24 anni - pari al 20,6 per cento del totale
di quella fascia - in possesso della sola licenza media e che non
partecipano a nessuna forma di educazione o formazione. Insomma,
giovani usciti definitivamente dai circuiti formativi. Così,
l'obiettivo di scendere al di sotto del 10 per cento appare al momento
lontanissimo. Anche perché la dispersione scolastica continua ad
essere molto elevata.
Sono, infatti, quasi mezzo milione gli alunni italiani che, ogni anno,
interrompono gli studi o vanno incontro ad una bocciatura. I dati sul
preoccupante bilancio della dispersione scolastica in Italia,
parzialmente anticipati da Repubblica.it nei mesi scorsi, ora sono
ufficiali. La conferma arriva da viale Trastevere che ha pubblicato il
dossier dal titolo 'La dispersione scolastica: indicatori di base per
l'analisi del fenomeno'. Un fenomeno che al Paese incide per circa 3
miliardi di euro l'anno di costi diretti e una cifra non
quantificabile di costi indiretti che possono essere molto pesanti.
Parola del Commissario europeo per l'istruzione, la formazione, la
cultura e il multilinguismo, Ján Figel, che avverte: "Sistemi
d'istruzione e di formazione efficienti possono avere un notevole
impatto positivo sulla nostra economia e società ma le disuguaglianze
nell'istruzione e nella formazione hanno consistenti costi occulti che
raramente appaiono nei sistemi di contabilità pubblica. Se
dimentichiamo la dimensione sociale dell'istruzione e della
formazione, rischiamo di incorrere in seguito in notevoli spese
riparative".
La dispersione.
Bastano pochi numeri per collocare l'Italia ai primi posti in Europa.
Nell'anno scolastico 2004/2005 sono stati 342 mila gli alunni (di cui
289 mila al superiore) andati incontro ad una bocciatura. In più, 100
mila tra ragazzini della scuola media e studenti delle superiori dopo
essersi iscritti a scuola si sono ritirati, in molti casi, senza
comunicare niente a nessuno. Con questi numeri il nostro Paese è
ancora lontanissimo dall'obiettivo stabilito a Lisbona nel 2000: avere
al massimo il 10 per cento di ragazzi tra i 18 e i 24 anni con la sola
licenza di scuola media. L'Italia nel 2006, dopo qualche progresso, ha
registrato il 20,6 per cento. Siamo preceduti solo da Spagna e
Portogallo. La media Ue cala al 14, 9 per cento, mentre Finlandia e
Danimarca sono già al di sotto del 10 per cento e Francia, Germania,
Olanda, Regno Unito e Grecia sono vicini all'obiettivo di Lisbona.
Enorme anche il numero dei ragazzi promossi con debito al superiore
(gli ex rimandati): quasi un milione.
Le 'sfumature'.
La dispersione scolastica è più alta nei primi anni delle scuola media
e delle superiori. In particolar modo nelle prime classi degli
istituti professionali, dove i tassi di bocciatura raggiungono livelli
stratosferici: 42 per cento. Ma è soprattutto il tutte le regioni
meridionali che si annida la dispersione con valori superiori alle
medie nazionali anche del 30 per cento. Segno che il fenomeno è legato
anche ad aspetti economici e sociali con alunne mediamente più brave
dei compagni maschi.
L'insuccesso scolastico.
Il bilancio del fallimento scolastico è in realtà più pesante di
quello descritto dalle statistiche di viale Trastevere. Ai bocciati e
ritirati basta sommare gli evasori totali per superare il mezzo
milione di alunni e se nella scuola secondaria di secondo grado si
aggiungono i promossi con debito l'insuccesso colpisce più di metà
degli studenti.