L’ultima beffa è stata un assegno non trasferibile da 0,43 euro
ricevuto come pagamento di arretrati per ore di sostituzione di docenti
fatte nel 2004 all’istituto Paradisi di Vignola (Modena).

Vi racconto 34 anni di precariato nella scuola».

da l'Unità del 23/2/2007

 

L’ultima beffa è stata un assegno non trasferibile da 0,43 euro ricevuto come pagamento di arretrati per ore di sostituzione di docenti fatte nel 2004 all’istituto Paradisi di Vignola. «Lo tengo come ricordo, non mi cambia la vita», commenta con ironia la destinataria dell’assegno.

Lia Pacchioni, 53 anni, residente a Modena, si definisce un’insegnante precaria «storica, anzi preistorica». Con un curriculum che mostra «come può essere avvilente e ricca di incertezze la carriera di una docente della scuola statale in Italia». «In possesso di diploma magistrale - racconta Lia in un incontro promosso dalla Cisl - nel ‘73 ho cominciato a insegnare in una scuola elementare di Modena mentre frequentavo l’università. Per 8 anni ho lavorato come supplente in dieci scuole elementari; supplenze da un giorno, ma anche due interi anni scolastici. Nel 1978 mi sono laureata in Biologia. Poi mi sono sposata e ho avuto due figli in due anni, continuando a fare supplenze di pochi giorni, settimane, mesi.

Ho insegnato matematica, scienze naturali, chimica, tecnologia delle arti applicate, igiene e tutte le materie relative come patologia, patologia medica, ostetricia, dietetica, anatomia umana. Ho lavorato in venti diverse scuole, tra medie inferiori e superiori. Per fortuna mio marito ha sempre compensato il mio misero stipendio, che talvolta impiegava mesi ad arrivare. Finalmente nel 2000 sono usciti i corsi abilitanti.

Nel 2000 mi sono abilitata in Scienze e nel 2001 in Chimica. Alla prima abilitazione la presidente di commissione ha cominciato a inveire dicendo che ero troppo anziana e che avrei dovuto lasciare il posto alle nuove generazioni. Mi sono riscattata con la successiva abilitazione, dove invece è stata molto apprezzata la mia lunga esperienza. Pronta e speranzosa in un’assunzione a tempo indeterminato, ho scoperto con immensa delusione che nella graduatoria di ciascuna materia valevano solo i punteggi acquisiti in quella disciplina. In pratica, tutti i servizi accumulati a fatica in una trentina di anni non avevano nessun valore!

A Fioroni chiedo: cosa devo fare per un’assunzione a tempo indeterminato?».