Due canali . . . e mezzo. da Tuttoscuola, 17/2/2007
Il "combinato disposto", cioè l’insieme dei vari provvedimenti varati dal governo in materia di scuola, e più specificamente di istruzione secondaria superiore ("secondo ciclo", nel linguaggio della riforma Moratti), sta gradualmente ridefinendo la fisionomia di questo livello del sistema formativo italiano. Il doppio canale "paritario", preconizzato inizialmente dalla riforma Moratti, ma poi contraddetto dalla licealizzazione dell’istruzione tecnica (ex decreto legislativo 226/2005), è stato nei fatti riproposto con ben altra forza dal governo Prodi con il decreto legge del 25 gennaio 2007, che lo ha incardinato nel contesto della scuola secondaria superiore quinquennale. Il governo Prodi ha in realtà portato alle sue più logiche conseguenze il recupero all’interno del "sistema di istruzione" (cioè scolastico) dell’istruzione tecnica, già effettuato dalla Moratti con l’ambigua operazione dei "licei vocazionali". L’art.13 del decreto ha infatti soppresso i due licei dell’area liceale morattiana, quello tecnologico e quello economico, nei cui numerosi indirizzi e subindirizzi era destinata a confluire l’intera istruzione tecnica. Con questa operazione l’istruzione tecnica viene ripristinata nella sua distinta identità, e insieme all’istruzione professionale viene anzi rilanciata come area formativa autonoma e alternativa rispetto a quella liceale. Fuori del sistema di istruzione così bipolarizzato rimarranno soltanto i percorsi tri-quadriennali che l’articolo 117 della Costituzione del 2001 (Titolo V) e la legge n. 53/2003 (Moratti) affidano alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni. Una competenza che però, alla luce di quanto disposto dalla Legge finanziaria 2007 sul biennio 14-16 anni, potrà essere esercitata in forma esclusiva solo a partire dai 16 anni, essendo la realizzazione dei "percorsi e progetti" mirati vincolata alla collaborazione con lo Stato e a obiettivi condivisi con i bienni scolastici.
Come scrive "l’Unità" del 26 gennaio 2007, i
percorsi regionali rischiano di essere destinati "agli studenti meno
volenterosi". Avremo quindi, come affermato anche nel comunicato
stampa del ministero del 25 gennaio ("gli istituti tecnici tornano in
Serie A"), la serie A dei licei e degli istituti tecnico-professionali
e la serie B dei percorsi di qualifica professionale dell’istruzione e
della formazione professionale regionale. Insomma, non sembrano aver
torto coloro che, così stando le cose, parlano di due canali e mezzo. |