Venti di Francia: abbasso l’autonomia.

da Tuttoscuola, 1/12/2007

 

Venerdì 23 novembre il rettore della Sorbona ha preso la decisione, che ha pochi precedenti, di chiudere l’università almeno fino al lunedì successivo. La tensione e gli scontri tra studenti che volevano bloccare le lezioni (pochi, ma assai agguerriti) e studenti che invece volevano seguirle poneva problemi di sicurezza.

Oggetto della protesta è uno dei primi atti di governo compiuti dal presidente Sarkozy: la riforma in senso maggiormente autonomistico delle università francesi, alle quali una legge approvata nello scorso luglio consente di realizzare intese e accordi di collaborazione con il mondo delle imprese ricavandone consistenti benefici economici, da reinvestire comunque in ambito universitario.

Gli studenti protagonisti della protesta contestano proprio questo aspetto, perché a loro avviso condurrebbe a una forte differenziazione tra le università e alla loro subordinazione ad interessi di tipo economico. Ma il ministro dell’università, la trentasettenne Valerie Pecresse, legatissima a Sarkozy, non ha nessuna intenzione di cedere.

In Italia, a differenza di quanto accaduto in passato col mitico "sessantotto", il vento francese avrebbe poche possibilità di spirare con forza: intanto perché l’autonomia delle università è già riconosciuta, ed è protetta addirittura da una norma della Costituzione, e poi perché l’equivalente italiano di Valerie Pecresse, il ministro Mussi, appare lontano da ogni ipotesi di interpretazione dell’autonomia universitaria nella direzione imprenditoriale e mercatistica voluta dalla sua collega d’oltralpe.