PIANI DI RECUPERO
Il ministro rimanda a scuola i professori.
Fioroni: studenti fin troppo ignoranti, i
docenti devono aggiornarsi
Flavia Amabile La Stampa del
21/12/2007
ROMA
C’è poco da dire: la preparazione degli studenti italiani è al di
sotto del livello consentito. Il ministro della Pubblica Istruzione
Giuseppe Fioroni questa volta è intervenuto con un piano per
affrontare l’emergenza a 360°: coinvolti gli studenti e pure i
docenti. Cinque milioni di euro investiti per rimediare alle carenze
di tutti e quindi anche i professori dovranno frequentare dei corsi e
imparare a insegnare meglio, ha decretato il ministro con la
benedizione di Palazzo Chigi.
A suscitare l’ira del ministro sono le risposte degli alunni delle
scuole medie italiane ai test del Rapporto Pisa sulla valutazione
degli adolescenti dei Paesi Ocse. Uno dei test era questo: Mei-Ling,
una studentessa di Singapore, si prepara a andare in Sud Africa per
tre mesi, deve cambiare alcuni dollari di Singapore in rand
sudafricani. Se il tasso di cambio è 4,2 rand per ogni dollaro, e
Mei-Ling cambia 3 mila dollari, quanti rand riceve? A rispondere in
modo corretto è stato il 71,5% degli studenti, decisamente meno della
media Ocse del 79,7%, meno dei finlandesi (89,5%) o dei francesi
(89,1%). Non parliamo poi di come hanno risposto i ragazzi degli
istituti professionali: uno su due ha sbagliato.
Ma le domande erano tante. E allora scopriamo che il 62% dei
quindicenni italiani non ha saputo spiegare il perchè della differenza
tra giorno e notte. Al Sud a non saperlo sono stati sette su 10, nei
licei sei su 10. Un ragazzo su due è risultato insufficiente nella
prova di lettura e comprensione di un testo, con punte del 65% nel Sud
e nelle isole. Il 35% è insufficiente in matematica, un terzo non
riesce a leggere un grafico o ad interpretare una formula.
Anche nella lettura dove non ce la caviamo poi così male il 40% degli
studenti non sa leggere un testo discontinuo, l’83% non sa usare tutte
le informazioni disponibili. In matematica, invece, è il solito
disastro: un terzo degli studenti non sa leggere un grafico. Alla fine
si scopre che ad avere livelli di insufficienza in matematica è il 35%
per gli studenti italiani, rispetto alla media Ocse del 22%, e del
50,9% in italiano contro una media Ocse del 43%.
Insomma, sono le medie inferiori la vera «sofferenza» della scuola
italiana. E Fioroni ha deciso di intervenire con una direttiva. Ha
disposto attività di sostegno per innalzare i livelli di
approfondimento degli alunni delle medie inferiori, in particolar modo
nella prima classe, attraverso strategie di intervento, attività di
recupero e modalità di utilizzazione del personale. «Possiamo
invertire la tendenza - spera il ministro - con quest’iniziativa che
parte oggi dal recupero di italiano e matematica, ma proporrà anche
aggiornamenti delle qualifiche professionali dei professori. Gli altri
Paesi hanno già preso provvedimenti e in Italia non si può permettere
l’esistenza di scenari in cui tutti sanno e nessuno fa. Per risolvere
il problema bisogna che interagiscano società e scuola e società e
famiglia: l’iniziativa non coinvolge solo la scuola, ma l’intero
sistema-Paese che deve incentivare l’eccellenza e il merito nello
studio».
Oltre alle attività di recupero e sostegno, gli insegnanti potranno
attivare nuove strategie di apprendimento: gli istituti che intendono
aderire al programma dovranno presentare all’ufficio scolastico
regionale le proposte di lavoro, che potranno avvalersi di uno
stanziamento iniziale di 5 milioni. Ammontano invece a 320 milioni le
risorse finalizzate alla realizzazione dei corsi di recupero per le
scuole superiori nel 2008, provenienti da diverse fonti: 230 dalle
risorse del Fondo d’istituto e 30 previsti dalla Finanziaria.
Occorre, quindi, riqualificare i docenti italiani, la cui età media è
di 50 anni, un po’ troppo vecchi per offrire un insegnamento più
moderno. E’ lo stesso Fioroni a fornire una dato: nella scuola media
italiana ci sono solo due professori di matematica sotto i 31 anni. Il
ministro ha precisato che «non si tratta di trovare un capro
espiatorio, ma di mettere mano dove le lacune si sono dimostrate più
evidenti». Di fronte all’ennesima valanga di dati disastrosi la Cisl
ha chiesto una sessione straordinaria del Parlamento, «perchè si
decida che cosa questo Paese intende fare per la sua scuola pubblica
statale»: «Non si tratta solo di invocare la formazione dei docenti,
ma di affrontare la deformazione di chi alla scuola chiede tutto ma
non dà niente». Ma la Cisl si chiede anche: «Quali investimenti ci
sono nella Finanziaria al voto del Senato?».