Polemica Il sindaco: rispettiamo le regole
Asili e bimbi irregolari. A. Sac. Il Corriere della Sera del 23/12/2007
MILANO — Bimbi irregolari esclusi dalle scuole materne di Milano? Nessun dietrofront. Anzi. Il sindaco del capoluogo lombardo, Letizia Moratti, difende la scelta della sua amministrazione (che per quest'anno ha deciso di accogliere nei 170 asili comunali i figli di irregolari purché i genitori ottengano il permesso di soggiorno entro il 29 febbraio 2008) e invoca il rispetto delle regole. Ma il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, attacca: «Anche a scuola— dice ricordando papa Giovanni XXIII — il cammino comune tra persone con culture diverse è un dono al quale il nostro Paese non può rinunciare». Il governo contro Milano. Dopo i commenti dei ministri Paolo Ferrero («scelta miope e razzista») e Rosy Bindi («pessimo esempio di politica locale»), ieri è stata la volta di Fioroni: «Avere l'opportunità di dirigersi insieme verso una meta comune, all'asilo come a scuola, è un regalo che dobbiamo affrontare fino in fondo. Chi teme questo percorso non si sente sicuro delle proprie convinzioni, radici, tradizioni ». Questione di punti di vista. Perché secondo Letizia Moratti includere vuol dire far osservare le leggi. «Milano — precisa — ha sempre accolto e continuerà a farlo. Ma nel rispetto delle regole. Altrimenti si penalizzano non solo i cittadini italiani, ma soprattutto gli immigrati regolari ». La ricetta del sindaco: «Evitare buonismi che alimentano false speranze». Perché «la cultura dell'illegalità fa perdere fiducia nelle istituzioni in un momento in cui la sicurezza è un tema centrale: integrazione e accoglienza non possono essere disgiunte dal rispetto della legalità ».
Materne, Milano va avanti con le sue scelte
(condivise dal 77 per cento dei suoi abitanti, secondo un sondaggio di
Sky Tg24). «Che sono le stesse delle giunte precedenti — precisa
l'assessore comunale all'Educazione Mariolina Moioli —: per questo non
mi è chiaro questo attacco. Invece di fare lezioni agli enti locali,
il governo ci inviti a discutere tutti insieme di integrazione». |