Copparo (Ferrara), tre studenti della media Govoni, hanno devastato l'istituto
per completare la bravata si sono ripresi mentre appiccavano il fuoco nelle classi

Mentre incendiano la scuola
si riprendono con i telefonini.

Due ragazzi di 16 anni e uno di 14
sono stati denunciati alla procura dei minori di Bologna

 la Repubblica del 3/12/2007

 

COPPARO (FERRARA) - Tre aule incendiate, le stanze dei professori e dei bidelli danneggiate, registri di classe bruciati: è il bilancio, ancora provvisorio, di un raid di tre minorenni, studenti della scuola media inferiore Corrado Govoni di via Vittorio Veneto a Copparo, in pieno centro. Per completare la bravata i ragazzi hanno documentato il tutto riprendendo la devastazione con i loro telefonini. I carabinieri, allertati dalle fiamme che uscivano dalle finestre, li hanno trovati nascosti nei bagni, all'interno della scuola. I tre minorenni, due di 16 e uno di 14 anni, sono stati denunciati alla procura dei minori di Bologna, che dovrà valutare gli eventuali provvedimenti restrittivi.

Secondo la prima ricostruzione, i ragazzi, uno dei quali ripetutamente bocciato, sono entrati da una porta finestra dalle scale antincendio poste sul retro. Poi sono andati al piano terra dove ci sono le aule insegnanti e bidelli, e qui hanno bruciato i registri di classe. Quindi hanno preso le chiavi di tre precise classi, la 2A, la 3A (quella del più 'vecchio') e la 3D. Poi con un accendino hanno iniziato a dar fuoco a tutto: banchi, scrivanie, materiale didattico. Quindi hanno chiuso a chiave e se ne sono andati nelle altre due classi per continuare il raid. Si sono nascosti per l'arrivo di vigili e carabinieri.

L'allarme è scattato perché sono state notate le fiamme uscire dalla scuola. I militari entrando hanno sentito voci ai piani superiori dove hanno trovato i vandali nascosti in bagno. Tutti e tre sono stati denunciati per danneggiamento aggravato alla procura dei minori di Bologna: sono incensurati e i loro genitori sono subito stati invitati in caserma. Sono caduti dalle nuvole e avrebbero difeso i loro ragazzi dicendo che non potevano essere stati loro a fare ciò di cui erano accusati. I carabinieri hanno mostrato loro le immagini dei telefonini, più che eloquenti, con le facce dei loro figli nascoste con sciarpe e cappellini, prima di essere scoperti a ridere e scherzare nei bagni.