Tra le richieste pagelle ai professori,
revisione del meccanismo crediti/debiti,
più rappresentanza negli organi collegiali.
Riforme per una scuola diversa
l'esito del referendum studentesco.
Salvo Intravaia, la Repubblica
del 14/12/2007
GLI studenti italiani
chiedono al ministro Fioroni una "scuola diversa". Ridiscussione del
meccanismo crediti/debiti e della recente norma che ha ripristinato
"gli esami di riparazione", valutazione delle competenze e delle
metodologie didattiche dei prof, con il contributo degli stessi
studenti. Ma non solo. Una maggiore rappresentanza studentesca in seno
agli organi collegiali, che occorrerebbe riformare, e una legge sul
diritto allo studio che "sancisca i livelli essenziali di servizi e
tutele in ogni singola regione" per superare le attuali
discriminazioni fra il Nord e il Sud del Paese. Una specie di
rivoluzione sancita dal voto di oltre 30 mila studenti italiani che
dal 4 al 7 dicembre hanno aderito al primo Referendum studentesco
(Stand up for your right) promosso dall'Unione degli studenti.
L'occasione per presentare i dati della consultazione studentesca è
stata la Terza convention studentesca europea che ha ospitato a Roma,
oltre alle associazioni italiane, anche quelle di altri 22 paesi
(Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria,
Irlanda, Islanda, Lituania, Macedonia, Olanda, Norvegia, Slovacchia,
Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Francia, Serbia, Montenegro e Gran
Bretagna), e che oggi si è chiusa con un incontro degli studenti con
il commissario europeo all'Istruzione, Jan Figel, e il ministro della
Pubblica istruzione italiano, Giuseppe Fioroni.
Il referendum è stato un plebiscito. L'82 per cento degli studenti
italiani ritiene che anche ai professori debba essere appioppata una
pagella. Il tutto attraverso "un sistema di valutazione nazionale
sulla preparazione e le metodologie didattiche" che contribuisca a
svecchiare l'insegnamento ma il 15 per cento ritiene che nella
valutazione degli insegnanti gli alunni non debbano metter parola. Una
valanga di sì anche per la questione debiti: l'85 per cento dei
ragazzi intervistati ritiene che "Fioroni debba discutere di più con
gli studenti di tematiche così importanti anziché mettere toppe a un
sistema contraddittorio e ambiguo".
Meno plebiscitaria la risposta sulla rappresentanza studentesca
all'interno del Consiglio d'istituto: l'organismo che delibera tutte
le questioni di carattere amministrativo e organizzativo della scuola.
Il 63 per cento chiede una rappresentanza paritetica: attualmente gli
studenti sono quattro e gli insegnanti otto. Ma il 23 per cento "non
sa" dare una risposta. La quasi totalità (il 90 per cento) dei ragazzi
e delle ragazze che frequentano le nostre scuole superiori chiedono
una legge nazionale sul diritto allo studio per agevolare gli studenti
meno abbienti. Fra le richieste più gettonate borse di studio,
fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo, agevolazioni sui
trasporti e una Carta studenti per le agevolazioni sui consumi
culturali. Ma anche interventi più consistenti a favore degli
immigrati e degli studenti disabili.
"Si tratta di risultati parziali - commenta Valentina Giorda, dell'Uds
- rispetto alla necessità di invertire la rotta. La voglia degli
studenti di partecipare al referendum è stata tanta ma occorre anche
inasprire la denuncia nei confronti dei dirigenti scolastici che
negano i diritti dello Statuto delle studentesse e degli studenti". E
la richiesta di intervento passa al governo in carica. "Il governo -
continua la leader dell'Uds - non può più rimandare le richieste che
emergono dai quesiti del referendum".