DIBATTITO SUL «RECUPERO»
Ogni debito è una promessa.
O si mantiene o si paga.
Il consiglio dei presidi: "Studiate subito per
salvarvi l’estate"
MariaTeresa Martinengo La Stampa del
17/12/2007
TORINO
«Ragazzi, cominciate a studiare fin dalle prossime vacanze». Suona
all’incirca così l’invito che il preside del «Giordano Bruno», uno dei
maggiori licei scientifici torinesi, si appresta a rivolgere ai suoi
studenti. Tempo di fare, domani, un collegio docenti in cui si
preciseranno modalità e tempistiche, poi lo spinoso tema «debiti &
dintorni» verrà affrontato a scuola nella sua reale portata.
«Se i ragazzi vogliono avere un anno tranquillo - dice il professor
Riccardo Gallarà -, e un’estate tranquilla, sarà bene che comincino a
impegnarsi subito. Basta pensare che il primo quadrimestre non conti
niente e che posso cominciare a studiare in marzo».
Altri tempi rispetto agli anni in cui il debito poteva essere un
fastidioso pensiero e niente più. «Adesso, è scritto chiaramente
nell’ordinanza ministeriale, alla fine dovremo tenere conto del primo
quadrimestre, degli esiti delle attività di recupero di
febbraio-maggio, dei voti del secondo quadrimestre. Nella logica per
cui prevenire è meglio che bocciare.
E a proposito di «non ammissioni » all’anno successivo, Gallarà
osserva che per ora mancano criteri di valutazione precisi, che
permettano di capire come comportarsi a fine agosto. «Le situazioni
possono essere diverse, occorrono indirizzi generali». Altri
interrogativi circondano l’organizzazione del recupero. «I soldi per
le attività in corso d’anno ci sono. Ma per l’estate? Poi, si dovrà
vedere quanti hanno insufficienze e in quali materie. E poi molti
docenti saranno impegnati nell’esame di Stato...».
Il preside Tommaso De Luca spiega che al professionale «Plana» «sono
state calendarizzate occasioni di recupero per il pregresso ed è in
cantiere una serie di iniziative di potenziamento, di studio
assistito, di “sportelli”, per far sì che la valutazione di fine
gennaio non sia disastrosa come al solito ». Ma De Luca sottolinea
anche le incongruenze del nuovo sistema. «Da noi i famosi corsi di 15
ore sono impensabili. Come aggiungere altri impegni a studenti che
hanno 39 ore settimanali? Anche l’idea ministeriale di modalità
“trasversali” non è percorribile, visto che le discipline continuano
ad essere insegnate singolarmente».
Per il preside del «Plana» i corsi di 15 ore si potranno fare solo in
estate, «dallo scrutinio fino a metà luglio. Noi abbiamo deciso di
concludere quei corsi con una diagnosi ben precisa di cosa debba fare
lo studente, da solo, prima della verifica di settembre». Poi: «Invece
di fare un’analisi puntuale del perché il sistema dei debiti non ha
funzionato, si è pensato solo all’esigibilità. Prevedo sorprese, cioè
molti non promossi, mentre dovevamo lottare contro la dispersione...
Spero di essere pessimista».
Il preside del professionale «Boselli», Franco Pessana, sottolinea a
sua volta «la difficoltà di aggiungere altro orario. Da adesso a
giugno bisogna trovare modalità che supportino il rendimento degli
alunni. Noi ragioniamo su modalità che risultino interne all’orario,
sul modello del tempo prolungato delle medie». Il professor Pessana
aggiunge: «Le criticità sono davvero numerose. Pensiamo alla necessità
di dividere gli studenti in tanti gruppi in tanti spazi fisici
diversi. Poi, resta il problema degli insegnanti. Da noi, comunque,
prevale il pensiero che non necessariamente debbano occuparsi del
recupero gli insegnanti della classe ».