Scuola, è vietato ammalarsi
mancano i soldi per i supplenti.

Si annuncia una fine d'anno scolastico ad alto rischio caos
per la crisi finanziaria in molti istituti italiani.
Budget irrisori rendono impossibili le sostituzioni dei prof. E pagano gli studenti.

Salvo Intravaia, la Repubblica, 16/4/2007

 

Ultimi due mesi di scuola senza supplenti? Sembra proprio di sì. Mancano i soldi per pagare i supplenti e i dirigenti scolastici devono arrangiarsi come possono. In questi giorni, gli alunni disabili restano sovente senza insegnante di sostegno. I bambini e i ragazzini vengono smistati come pacchi nelle altre classi e gli studenti delle superiori sono sempre più spesso costretti a saltare alcune ore di lezione: accorciano la giornata scolastica o entrano qualche ora dopo l'inizio canonico delle attività scolastiche.

L'unica speranza è che in questi ultimi due mesi di scuola maestre e prof godano di ottima salute. Insomma, che nessuno si ammali. La situazione è davvero drammatica soprattutto per i dirigenti scolastici che non sanno quello che fare quando la mattina arriva la notizia di un docente in malattia. Stessa situazione da Milano a Palermo. Ma non è meno difficile per alunni costretti a transumanze quotidiane e ragazzini disorientati da continue interruzione della continuità didattica e con programmi svolti a metà. Come al solito, in questi casi, sono i più deboli a pagare dazio.

"La situazione è precipitata - dichiara Massimo Di Menna, leader della Uil scuola - quando il ministero ha comunicato ai dirigenti scolastici il nuovo meccanismo di calcolo del budget per pagare i supplenti. Da quel momento in poi, non nominare il supplente è diventata una pratica diffusissima oltre che illegittima". Dallo scorso febbraio direttori didattici e presidi sono andati in pallone. Quando manca il docente titolare "smembrano le classi o cancellano le compresenze". "I dirigenti scolastici - aggiunge Di Menna - sono diventati tanti piccoli ragionieri trasformando in troppi casi la scuola in servizio di assistenza anziché attività didattica vera. E, così, l'intero sistema scolastico sta andando in tilt".

"Tutti i giorni - osserva Enrico Panini, segretario generale della Flc Cgil - viene messo in discussione il diritto allo studio in migliaia di classi". Il perché è presto detto. Negli anni del governo Berlusconi le risorse per le cosiddette supplenze brevi - quelle di pochi giorni, al massimo qualche settimana - sono state abbondantemente ridotte: nel 2004 il budget era di 889 milioni di euro ridotti a 598 nel 2006. Somma che è stata ulteriormente ridotta con la Finanziaria 2007 passando - secondo l'Ufficio studi della Cgil - a 573 milioni. In buona sostanza, in appena tre anni sono letteralmente spariti 216 milioni. Le scuole, per non farsi pignorare computer e scrivanie, hanno tamponato pagando i supplenti con fondi destinati ad altre attività ma hanno accumulato debiti per 500 milioni di euro. E quest'anno è arrivata la novità del cosiddetto "capitolone" che raggruppa tutti i finanziamenti alle scuole in unico capitolo.

All'inizio, la cosa sembrò positiva perché le scuole ricevono in un'unica soluzione i finanziamenti che prima provenivano da diverse fonti ma, ancora una volta, le risorse hanno subito un taglio. Per le supplenze brevi e saltuarie nelle scuole elementari e materne sono previsti 450 euro a docente che diventano 150 per la scuola media e superiore. Com'è andata con le nuove regole varate dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa - lo raccontano gli stessi presidi. "In provincia di Milano, ma più in generale in Lombardia, si sta prospettando una situazione estremamente preoccupante", hanno scritto qualche settimana fa al ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, un gruppo di dirigenti scolastici milanesi. "Per fare un esempio concreto - si legge - : alla scuola di (...) spetterebbe un massimo di 86.200 euro. La spesa per le supplenze per il 2006 è stata di euro 190 mila e per il 2007 si può prevedere una sostanziale conferma del trend. E' evidente quindi che i finanziamenti assegnati bastano a poter pagare gli stipendi solo per pochi mesi. E casi come questo sono molto diffusi, soprattutto nelle scuole primarie e negli istituti comprensivi. D'obbligo la domanda: cosa farà il dirigente scolastico una volta esaurite le somme assegnate? Non chiamerà più i supplenti dividendo gli alunni delle classi 'scoperte' in altre classi tutti i giorni della settimana con evidente compromissione delle attività didattiche e creando una situazione di caos permanente nella scuola? Oppure continuerà a stipulare contratti di lavoro sapendo di non avere i fondi necessari per corrispondere gli stipendi al personale supplente temporaneo? E chi li pagherà? E quando?".

Anche in Toscana i capi d'istituto hanno messo nero su bianco le loro difficoltà. Lo scorso 5 aprile 53 dirigenti scolastici di Firenze hanno inviato una nota al ministro. "Il budget per le supplenze brevi risulta assolutamente insufficiente. In moltissimi istituti nonostante le strategie attivate dai dirigenti la somma prevista è stata già spesa. Si ritiene opportuno lo scorporo delle supplenze effettivamente brevi da quelle lunghe quali le maternità e prevedere per quest'ultime che il pagamento sia effettuato dal ministero dell'Economia". Già perché nelle supplenze brevi sono conteggiate anche quelle, che spesso arrivano fino a 8 mesi, per sostituire le insegnati per maternità o quelle per lunghe malattie del titolare. Assenze che fanno saltare tutti i calcoli e mettono nei guai le scuole. In questo clima di generale caos due novità suonano come buone notizie. Il ministro Fioroni - conclude Di Menna - ha chiesto a Padoa Schioppa di gravare le indennità per maternità all'Inps mentre per il pagamento dei supplenti, oltre al budget massimo previsto da viale Trastevere - è stato messo su un fondo perequativo che sarà distribuito i relazione alle necessità documentate dalle scuole". Servirà, tutto questo, a risolvere i problemi?