I soldi del tesoretto? Anche alla scuola! da Il Sole 24 Ore del 20/4/2007.
Da quando sono presidente della Commissione
cultura e istruzione della Camera, ricevo giornalmente centinaia di
e-mail, fax e telefonate. A scrivermi e a chiamarmi, soprattutto, gli
insegnanti precari, ma da un po’ di tempo i più numerosi sono
diventati i dirigenti scolastici (che, scusate se sono antico, chiamo
ancora presidi o direttori). Si lamentano perché non hanno i soldi per
far funzionare le scuole, a partire dal dramma di dover coprire le
supplenze. In tempi di campagne su “fannullopoli” e “sprecopoli” è
difficile parlare di danari da spendere nel settore pubblico. La
tendenza vorrebbe che i docenti venissero licenziati, che nessun nuovo
insegnante venisse assunto, che le scuole si arrangiassero con le
donazioni dei genitori o di qualche azienda in cerca di sgravi
fiscali. Così, purtroppo, ha ragionato anche il governo con l’ultimo
decreto liberalizzazioni, nel quale ha introdotto una norma (che siamo
riusciti a tamponare, ma non eliminare) che rischia persino, con un
meccanismo perverso, di sottrarre soldi alle scuole pubbliche. |