«Noi prof lasciati senza strumenti». Adolescenti più occupati a creare filmati shock e video sexy che a studiare. di M. S. La Tribuna di Treviso del 14/4/2007
Un dato di fatto allarmante per la scuola a cui non si potrà porre un freno finché non verranno restituiti agli insegnanti gli strumenti della bocciatura, degli esami a settembre, ìnsomma della selezione. Il pensiero é di Piero Buonopane, insegnante di Lettere all'ltis da trent'anni e coordinatore provinciale della Gilda degli insegnanti di Treviso. «Si dedicano al gioco con il telefonino perché la scuola non è più un posto dove si va a lavorare — sottolinea — ma è il luogo del "cazzeggio", dell'happening, dell'incontro come lo è l'osteria, o la piazza, o il salotto di casa quando non ci sono i genitori». Come imporre un cambiamento di rotta, i ragazzi vivono ormai in simbiosi con il cellulare. «Ciò che si può fermare non è l'utilizzo in sé del telefonino o del videotelefono, penso sia impossibile, ma il fatto che sia oggetto di gioco a scuola. Questo non è ammissibile. Il divieto deve essere esplicito e deve essere fatto rispettare. Ciò è possibile solo se l'insegnante è autorevole, ha cioè gli strumenti per imporsi non solo a parole, ma con i fatti». E' dunque necessario inasprire le punizioni e utilizzare se necessario anche metodi forti? Blair in Gran Bretagna ha reintrodotto le percosse. «Escludo qualsiasi metodo violento. Sono convinto che basta restituire alla scuola la serietà di un tempo. Non per bocciare tutti, anzi, per un bravo docente l'obiettivo è quello di portare tutti gli alunni al traguardo. Ma oggi la promozione è regalata, scontata, il sistema dei debiti formativi deresponsabilizza i ragazzi. Arrivano a 18 anni , senza aver superato nessun esame. Hanno più paura dell'esame per la patente che dell'esame di maturità».
Tutto questo come può incidere sull'uso dei
telefonini? «E' una questione di
responsabilità. Un adolescente ha bisogno di farsi vedere adulto e le
bravate servono a questo. Un tempo si raccontavano a 5 amici al bar,
oggi con un click si fanno vedere a migliaia. Tutti sono stimolati a
farlo. L'unico argine è far loro capire che certe azioni hanno
conseguenze. Un'educazione severa serve a questo».
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