La politica scolastica
nella prospettiva del Partito Democratico.

da TuttoscuolaNews N. 289, 23 aprile 2007

 

Il dado è (quasi) tratto. I congressi paralleli dei Democratici di Sinistra e della Margherita hanno dato il via libera alla costruzione del Partito Democratico. La fase ulteriore, al di là delle pur rilevanti questioni di carattere organizzativo, è ora quella della elaborazione di un programma condiviso sui principali temi politici, economici, sociali.
Non si parte da zero. Quello della politica scolastica è, in particolare, uno dei settori nei quali le prove di collaudo del costituendo PD sono andate più avanti, grazie alle numerose iniziative congiunte realizzate dai responsabili degli uffici scuola di DS e Margherita, il fassiniano Andrea Ranieri da una parte e l'esponente della Margherita (area Marini) Antonio Rusconi dall'altra.

Queste prove di collaborazione, nella prospettiva della formazione del PD, hanno avuto un ulteriore terreno di riscontro nell'azione di governo, dove la sostanziale intesa strategica tra il ministro Fioroni (uno dei leader emergenti della Margherita) e il viceministro Bastico (importante rappresentante del riformismo diessino di scuola emiliana) ha prodotto finora una notevole mole di risultati, dallo "smontaggio" della riforma Moratti all'accordo sul delicato nodo politico delle modalità di prolungamento dell'obbligo di istruzione; dal nuovo esame di Stato, con il ripristino delle commissioni miste, al rilancio della filiera tecnico-professionale accanto a quella liceale. A queste operazioni va aggiunta, sul fronte delle relazioni sindacali, anche la sistemazione di 150.000 precari in tre anni.