E sugli istituti professionali Antimo Di Geronimo da Italia Oggi del 24/4/2007
Per lettere matematica e scienze la perdita è certa. Così come per le materie di indirizzo, come scienze agrarie, chimica e disegno professionale. Sono queste le discipline che dovranno sobbarcarsi la riduzione d’orario negli istituti professionali. E’ quanto si evince dalla bozza del decreto sul miglioramento dell’efficienza ed efficacia dei percorsi formativi dell’istruzione professionale. Il provvedimento, che giace presso il consiglio nazionale della pubblica istruzione dal 15 marzo scorso (si veda ltaliaOggi di martedì scorso), prevede che gli orari setti manali dei professionali dovranno scendere da 40 a 34 ore. E il taglio di ore inizierà già dalle prime classi del prossimo anno. Se il decreto non sarà emendato determinerà una vera e propria ecatombe di cattedre. Tra le classi di concorso più colpite, lettere (A050), matematica (A047) e scienze (A060) che perderanno un’ora la settimana in tutti gli indirizzi. Ma non sono da meno le classi di concorso delle materie specifiche di indirizzo, che perderanno addirittura tre ore la settimana: scienze agrarie (A058) nell’indirizzo agricoltura e ambiente; discipline tecnologiche (A020) nell’indirizzo meccanico; chimica (A013) nell’indirizzo chimico-biologico (ma spariranno anche due ore di biologia: A060. Persino tre ore in meno di disegno professionale (A025) nell’indirizzo pubblicità. Ma i tagli, secondo il ministero, sono per una buona causa. Meno scuola vuol dire noia per meno ore. E se gli studenti non si annoiano troppo vanno a scuola più volentieri. Oltre tutto nei professionali, di solito, si iscrivono proprio i ragazzi meno bravi. E paradossalmente proprio questi ragazzi sono costretti a rimanere a scuola per più tempo rispetto agli altri. Insomma, meno scuola, meno abbandoni. O per lo meno così si spera. Una cosa è certa, però: ridurre il numero delle ore di lezione vuol dire anche meno cattedre. E meno cattedre significa meno stipendi da pagare. Dunque, il vantaggio per l’erario è assicurato Resta da vedere come farà l’amministrazione per smaltire gli esuberi che, a regime, si preannunciano molto corposi. Per il momento la mannaia si abbatterà sui precari. Il prezzo più alto lo pagheranno proprio i supplenti che lavorano nelle classi di concorso più tecniche. Che non potranno riciclarsi in altre classi di concorso se non frequentando i corsi di specializzazione all’insegnamento secondario per altre discipline. Con tutte le incognite del caso. Ma anche i docenti di ruolo andranno incontro a forti disagi. Per quest’anno, peraltro, le cattedre saranno calcolate con le vecchie norme: i disagi più gravi cominceranno quando si passerà al nuovo regime.
Ma è un problema generale che investe anche la
scuola primaria e secondaria di primo grado. Che si sono salvate
finora solo perché, anche se la riforma Moratti è ormai a regime, gli
organici continuano a essere calcolati come se la riforma non ci
fosse. Ma si tratta di disposizioni transitorie che, prima o poi,
cederanno il passo alle norme molto più restrittive che attendono solo
di essere applicate. |