Calo del 30%. Spariscono gli studenti che
saltavano un anno per merito.
Maturità, esame per mezzo milione
La spesa complessiva sarà di 143 milioni di euro
Salvo Intravaia, la Repubblica, 10/4/2007
ROMA - La cura Fioroni sulla maturità comincia a produrre i primi effetti. Spariscono i cosiddetti "ottisti" (gli studenti che saltavano un anno per merito) e i privatisti (candidati esterni) che hanno scelto le scuole non statali calano del 30 per cento. Una scelta, quella di affidare il proprio destino alle scuole paritarie per sostenere gli esami di stato da esterno, che negli anni passati ha destato qualche perplessità. Perché, a fronte di una tassa di poche decine di euro richiesta dalle scuole statali, per sostenere lo stesso esame nelle private occorre sborsare da 500 a 1500 euro. Un'anomalia, suffragata dai numeri, emersa in tutte le sue proporzioni durante il governo Berlusconi. Per affrontare un anno da "saltante" occorreva frequentare il quarto anno della scuola superiore, ottenere la promozione con almeno otto in tutte le materie e negli stessi mesi studiare gli argomenti dell'ultimo anno per presentarsi agli esami e superarli. Eppure, durante l'era Moratti il Paese si è improvvisamente popolato di cervelloni che nell'85 per cento dei casi hanno sostenuto gli esami nelle private. Ora, stando ai dati raccolti dai tecnici del ministero della Pubblica istruzione, la tendenza cambia. Gli "ottisti" sono spariti dalla circolazione e i privatisti delle non statali si sono ridimensionati. I primi sono passati dai 1.707 del 2006 ad appena 140. I secondi da quasi 11 mila a 7 mila e 400.
I numeri della prossima
maturità parlano di 490 mila candidati che frequentano 24 mila classi,
12 mila commissioni, 73 mila prof, per una spesa complessiva di 143
milioni di euro. L'esame diventato quasi una formalità e un business
per i "diplomifici". Bastano pochi numeri per rendersene conto. Stando
alle statistiche ufficiali di viale Trastevere, dai 348 privatisti che
nel 2001 si sono affidati alle scuole non statali si è passati agli 11
mila dello scorso anno. Il boom è dovuto con tutta probabilità anche
ai risultati finali: dagli esiti disastrosi (24 per cento di
bocciature nel 2001) si è scesi al 4 per cento dell'anno scorso. Un
fatto che ha dato coraggio a migliaia di studenti che avevano fallito
nella scuola pubblica. Stesso discorso per i saltanti per merito sui
quali il ministero è stato sempre avaro di numeri. È certo comunque
che dalle poche decine del 2001 il numero è presto cresciuto in modo
esponenziale fino ad arrivare ai 1.700 dell'anno scorso. Un crescendo,
localizzato in alcune regioni del Centro Sud, favorito dall'ex
ministro, Letizia Moratti, che ha modificato (mista, secondo la
riforma Berlinguer) la composizione della commissione giudicatrice:
tutti prof interni alla scuola, paritarie comprese. Per 5 anni, in
buona sostanza, le scuole non statali hanno preparato ed esaminato con
gli stessi docenti interni i propri alunni ottenendo risultati
sorprendenti: quasi tutti promossi, esterni e saltanti inclusi. Nella
scuola statale in quegli stessi anni le cose non sono invece cambiate
molto: i privatisti hanno continuato ad avere parecchie difficoltà a
superare gli esami e di saltanti se ne vedevano pochissimi. Adesso,
l'obiettivo di ridare credibilità alla maturità sembra a portata di
mano. Per fare importanti passi verso la normalità sono bastati alcuni
correttivi. Il ripristino della commissione mista: 3 membri interni, 3
commissari esterni e un presidente esterno. E norme più severe per i
saltanti: oltre alla promozione con tutti otto al quarto anno, gli
studenti, devono avere ottenuto la promozione al terzo anno con tutti
sette e una carriera scolastica immacolata. L'altra novità, che rende
i numeri per forza di cose provvisori, è l'introduzione del giudizio
di ammissione agli esami. Insomma, a giugno, solo chi dimostrerà di
avere le carte in regola potrà presentarsi agli esami. |