Negli ultimi anni c'era stato il boom di
candidati che saltavano l'ultimo anno
o che si presentavano dagli istituti privati: in alcuni casi si sono
quasi azzerati
Maturità, primi effetti della riforma
crollano "esterni" e privatisti.
Salvo Intravaia, la Repubblica,
3/4/2007
Svaniscono di botto gli
studenti superdotati. In calo anche i privatisti che hanno scelto le
scuole paritarie. Il prossimo mese di giugno, il numero di 'ottisti'
che si presenterà alla maturità (coloro che in base alla normativa
vigente possono chiedere di accedere agli esami di stato saltando la
frequenza dell'ultimo anno) è irrisorio: appena 140. In effetti, la
vita dei 'saltanti', come vengono chiamati in gergo tecnico, deve
essere davvero difficile. Per frequentare il quarto anno della scuola
superiore, ottenere la promozione con almeno otto in tutte le materie
e contemporaneamente studiare tutti gli argomenti dell'ultimo anno per
presentarsi direttamente agli esami e superarli con successo ce ne
vogliono di volontà e costanza. Eppure durante l'era Moratti il
proliferare nel Paese di cervelloni è stata una realtà suffragata dai
dati.
L'anno scorso, le commissioni ne esaminarono addirittura un numero
dodici volte superiore rispetto a quelli che si presenteranno al
cospetto delle commissioni fra tre mesi. Studenti quasi tutti
provenienti dalle scuole private e per la maggior parte promossi alla
fine delle tre prove scritte e del colloquio. Ma c'è di più. Oltre ad
essere superbravi, per diventare saltanti occorre possedere una buona
dose di preveggenza. Perché la domanda per sostenere la maturità
saltando la frequenza dell'ultimo anno va presentata alcuni mesi
prima, cioè prima di conoscere lo scrutinio finale del quarto anno.
Stesso discorso per i privatisti provenienti dalle paritarie. Il loro
numero, quest'anno, si è drasticamente ridimensionato: meno 30 per
cento rispetto all'anno scorso.
L'effetto Fioroni.
Il drastico calo degli ottisti e dei privatisti è da attribuire alle
modifiche introdotte dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe
Fioroni, che tra i primi obiettivi ha assunto quello di ridare dignità
agli esami di stato. Prima fra tutte, il ripristino della commissione
mista: 3 membri interni, 3 prof esterni e un presidente esterno. In
effetti, come dimostrano le statistiche sui promossi (96,5 per cento),
negli anni del governo Berlusconi l'esame si è trasformato in una mera
formalità. Ma già nella sua 'prima' maturità Fioroni aveva dichiarato
guerra ai diplomifici mettendo su un pool di ispettori che l'estate
scorsa ha girato in lungo e largo la Penisola per controllare i
requisiti dei maturandi. L'operazione ha determinato l'esclusione
dalla maturità per 100 ottisti quasi tutti delle private. Lo scorso
autunno, è stata poi avviata la riforma degli esami di stato che per i
saltanti ha previsto un giro di vite. Da quest'anno, per ottenere
l'ammissione 'abbreviata' agli esami finali, 'oltre ad aver riportato,
nello scrutinio finale della penultima classe, non meno di otto decimi
in ciascuna disciplina' bisogna avere 'seguito un corso regolare di
studi, riportando una votazione non inferiore a sette decimi in
ciascuna disciplina negli scrutini finali dei due anni antecedenti il
penultimo, senza essere incorsi in ripetenze nei due anni predetti'.
Insomma una 'opportunità da offrire soltanto a studenti
particolarmente meritevoli'.
I numeri.
L'abbreviazione per merito o per obblighi di leva è stata introdotta
dalla riforma Berlinguer del '98 che prevedeva una commissione
esaminatrice mista con mezza commissione interna e mezza esterna più
un presidente esterno super partes. Nel 2002 il governo Berlusconi
modificò la composizione delle commissioni degli esami di Stato con
tutti membri interni e il numero dei saltanti si moltiplicò. Dalle
poche decine del '99 si passò ai 1.353 del 2003 per arrivare a 1.707
nel 2006. I privatisti delle scuole non statali negli anni seguirono
lo stesso andamento. I 217 del 1999 diventarono presto 9.850 (nel
2003) per arrivare a quasi 11 mila l'anno scorso. Quest'anno se ne
prevedono poco più di 7 mila.