Paese diviso tra innocentisti e colpevolisti. E c'è chi invoca la pena di morte .

Pedofilia a scuola, gli accusati si difendono
«Accuse assurde contro di noi».

E gli avvocati: serve cautela nei giudizi,
altre volte accuse del genere sono state del tutto smontate

 Il Corriere della Sera del 25/4/2007

 

ROMA - Il giorno dopo l'arresto, mentre gli inquirenti tacciono lasciando la parola agli atti giudiziari, gli accusati delle violenze sessuali ai danni dei bambini di una scuola materna ed elementare di Rignano Flaminio, in provincia di Roma, cercano di difendersi. E mentre il racconto delle piccole vittime fa emergere particolari raccapriccianti, definiscono «incredibili» e «assurde» le accuse nei loro confronti.

«IO MAMMA E NONNA» - Da Rebibbia, dove i sei arrestati sono chiusi in isolamento, trapela la voce di Silvana Magalotti, una delle maestre, «motivata e decisa a spiegare e a respingere le terribili accuse durante l'interrogatorio di garanzia», fissato per venerdì. Il suo avvocato, Giosuè Bruno Naso, riferendosi alle accuse ha parlato di assurdità. «Sono una mamma e una nonna e mia nipote che ha cinque anni frequenta la "Rovere". Sono stata io stessa ad iscriverla in quella scuola. Mi sembra assurdo quello che mi sta succedendo», ha detto la maestra. Sollevando un interrogativo: «Ma come è possibile fare quello che hanno detto di noi? Uscire da scuola con i bambini per andare in quella casa, in un paese di poche migliaia di persone con il rischio concreto di poter incontrare i genitori dei bimbi...».
 

«SERVE CAUTELA» - L'avvocato Franco Coppi adopera il termine «incredibile» per definire le accuse contestate nelle 59 pagine dell' ordinanza del tribunale di Tivoli ai suoi clienti Gianfranco Scancarello e sua moglie Patrizia Del Meglio. Coppi sollecita «cautela nei giudizi», parla di bambini troppo piccoli per non essere vittime di suggestione. «Non dimentichiamo - dice - che poco tempo fa per una analoga vicenda nel Bresciano, e a leggere l'ordinanza si tratta di più di un'analogia, i presunti pedofili sono poi stati prosciolti proprio anche in virtù di una consulenza psicologica» sulle presunte vittime. Scancarello, che è uno degli autori di «Buona Domenica», è difeso anche da Cesare Lanza, capo progetto del programma di Canale 5: «Siamo sgomenti e increduli della notizia ma certi che Gianfranco chiarirà tutto».

DIRETTRICE GARANTISTA - Da Rignano Flaminio la direttrice dell'istituto coinvolto, Loredana Cascelli spera che le persone coinvolte riescano a dimostrare la loro innocenza, per «loro e per i bambini». Garantista, la Cascelli esprime sconcerto davanti alle accuse che «bambini di diverse classi, con maestre che operano in diversi turni, possano essere stati portati ripetutamente fuori dall'edificio senza che nessuno se ne accorgesse». Ed ha anche un altro dubbio: se i genitori che hanno presentato le denunce avessero avvisato subito le autorità scolastiche dei loro sospetti «si sarebbe potuto intervenire in modo più efficace dall'interno». La direttrice, d'accordo con le autorità superiori, sospese cautelarmente insegnanti e bidella quando i loro nomi sono stati iscritti nel registro degli indagati.

«PENA DI MORTE» - A Rignano la situazione sembra tranquilla ma parenti e amici degli arrestati hanno lasciato il paese. Stamani nel Duomo la folla di fedeli era spaccata tra innocentisti e colpevolisti. Intanto, di fronte alla vicenda, il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni ha sottolineato che occorre «rendere immediatamente attuabile la normativa che prevede che, dopo la condanna di primo grado, vi sia il licenziamento del personale scolastico». Il ministro dell' Interno, Giuliano Amato, giudica la vicenda «un incubo che fa rabbrividire», mentre l'Unicef Italia chiede l'istituzione di un Garante nazionale per l'infanzia e dei Garanti regionali ove ancora non istituiti, che tutelino i diritti dei bambini. Anche per il presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, serve maggiore impegno a favore dei minori; mentre l' associazione Domus Civitas-vittime del terrorismo vorrebbe «norme più severe per i pedofili, senza escludere la pena di morte per i casi più gravi».
25 aprile 2007