Amara non solo perché da mesi non ricevono lo
stipendio, ma soprattutto perché continuano a essere considerati
lavoratori di serie B nei cui confronti il tempo per la corresponsione
della retribuzione per il lavoro regolarmente prestato è un optional.
Pasqua amara per i precari.
Nicola Mondelli da Italia Oggi
del 3/4/2007
Quella del 2007 sarà ricordata come la Pasqua
più amara per migliaia di docenti e di personale amministrativo,
tecnico e ausiliario in servizio in qualità di supplente temporaneo
con nomina da parte del dirigente scolastico.
Amara non solo perché da mesi non ricevono lo stipendio, ma
soprattutto perché continuano a essere considerati lavoratori di serie
B nei cui confronti il tempo per la corresponsione della retribuzione
per il lavoro regolarmente prestato è un optional.
Vengono infatti retribuiti solo quando le scuole hanno i fondi a
disposizione. Gli stipendi di questa categoria di supplenti sono
infatti a carico delle singole istituzioni scolastiche che, allo
scopo, dovrebbero appunto utilizzare i fondi che da quest'anno, per
espresso disposto della legge finanziaria 2007, il ministero della
pubblica istruzione doveva accreditare direttamente alle istituzioni
scolastiche.
Ma per quest'anno tali accrediti sono risultati notevolmente inferiori
rispetto al fabbisogno e ciò, sostiene l'amministrazione, a causa
delle riduzioni di spese previste dalla legge finanziaria 2007.
Duplici sono le conseguenze della ridotta disponibilità di risorse
finanziarie: da un lato i dirigenti scolastici cercano di evitare il
più possibile di conferire supplenze di breve durata per la
sostituzione di personale assente a diverso titolo preferendo ricorre
a stratagemmi non sempre didatticamente validi, se non addirittura al
limite della legittimità (distribuzione in più classi degli alunni
temporaneamente senza insegnante; affidamento della classe al
personale Ata o ad altri insegnanti dello stesso istituto); dall'altro
i supplenti, ai quali non viene corrisposta alcuna retribuzione alla
fine di ogni mese come prevede la legge. Le legittime proteste di
questi ultimi non hanno fino a oggi sortito alcun effetto nonostante
le forti pressioni, soprattutto da parte delle organizzazioni
sindacali, sia nei confronti dei dirigenti scolastici che del
ministero della pubblica istruzione.
Tra le motivazioni dello sciopero nazionale proclamato per il 16
aprile c'è anche la richiesta di immediata assegnazione dei fondi per
il pagamento degli stipendi.
Il problema delle supplenze è da tempo all'attenzione sia
dell'amministrazione scolastica sia delle organizzazioni sindacali.
Fino ad oggi non si è, tuttavia, riusciti a trovare una soluzione che,
in casi di assenza del docente, specialmente per periodi lunghi o in
casi di maternità, assicuri da un lato una continuità dell'attività
didattica. E dall'altro garantisca al supplente una regolarità della
retribuzione.
Una soluzione sul versante delle retribuzioni, nei casi di
sostituzione dei titolari assenti per periodi lunghi o per maternità,
sarebbe quella che le retribuzioni fossero corrisposte direttamente
dalle direzioni provinciali del ministero dell'economia e delle
finanze.
Una soluzione questa che richiederebbe semplicemente una leggera
modifica del programma da parte del ministero.