Proposta di legge a livello Ue: al bando ogni
forma di educazione violenta
Diventerebbe off limits qualunque punizione corporale
come succede in Svezia da 30 anni
"Genitori, vietato sculacciare".
L'Europa cambia le regole.
Campagna del Consiglio di Strasburgo contro i
vecchi metodi educativi
Giampiero Martinotti, la Repubblica
5/8/2007
dal nostro
corrispondente
PARIGI - Guai a sculacciare i bambini, guai a chi pensa che una
piccola violenza possa avere effetti positivi: tra poco questa pratica
vecchia come il mondo potrebbe essere vietata in tutti i paesi
europei.
Perlomeno se i governi finiranno per accettare la proposta formulata
dal Consiglio d'Europa, organizzazione più larga dell'Unione europea,
che propone ai suoi 47 membri di imitare l'esempio dato quasi trent'anni
fa dalla Svezia, primo paese a bandire le punizioni corporali, di
qualsiasi tipo, a casa come a scuola. Misura destinata a sconcertare
gran parte dei genitori, abituati a considerare uno scapaccione un
"sano" ausilio educativo. In autunno, il Consiglio d'Europa lancerà
una campagna per "cambiare le mentalità" nella speranza di arrivare a
un'abolizione completa di tutte le punizioni corporali, compresa la
sculacciata.
All'origine di questa crociata c'è l'olandese Maud de Boer-Buquicchio,
segretario generale aggiunto del Consiglio. Come ha ricordato ieri
Libération, si batte da tempo sul tema e un anno fa ha difeso le sue
proposte davanti ai ministri incaricati degli Affari familiari:
"Dobbiamo proteggere l'integrità fisica e psicologica, la dignità
umana dei nostri figli. Non siamo autorizzati a picchiarli, ferirli,
umiliarli. Punto e basta. Dobbiamo cambiare le mentalità e adattare di
conseguenza le nostre leggi". Nessun gesto violento, neppure il più
leggero, dev'essere tollerato: come ha detto il responsabile dei
diritti umani del Consiglio, parlare di punizione ragionevole è "un
concetto giuridicamente disonorevole". Ma se si vietano le sculacciate
dovremo mettere un poliziotto in ogni casa o aspettare le denunce dei
vicini? O vedere i figli sporgere denuncia contro i genitori? Il
portavoce del Consiglio invita alla ragionevolezza: "Vietare le
punizioni corporali nelle famiglie non significa aprire procedimenti
penali contro i genitori, ma cambiare i loro comportamenti".
All'origine della campagna del Consiglio ci sono le posizioni di molti
educatori, secondo i quali la violenza verso i bambini è direttamente
responsabile dei loro comportamenti violenti da adulti. La sculacciata
è diventata un sorta di surrogato: i genitori non sanno più porre
limiti ai loro figli e far capire loro il principio di autorità e, di
fronte a disubbidienze, ricorrono ai vecchi metodi, mentre dovrebbero
ritrovare il loro ruolo di educatori e di detentori dell'autorità.
Quasi vent'anni fa, la psicanalista Alice Miller affermò: "Le sanzioni
provocano un'obbedienza a breve termine, ma a più lungo termine
generano la paura, spesso dissimulata come aggressività, sete di
vendetta, odio, volontà di essere finalmente al potere per punire i
più deboli. Conducono insomma a un circolo vizioso". E gli svedesi,
pionieri, martellano: "I bambini picchiati sono generalmente più
aggressivi quando diventano adulti". Anche con una piccola
sculacciata? "Quali sono i limiti? Chi li fissa?", rispondono. Il
problema è tutto qui, sapere dove comincia la vera violenza.
Per il consiglio d'Europa la benché minima brutalità è foriera di
danni irrecuperabili. Del resto, 16 Stati europei hanno già vietato
per legge le punizioni corporali, a scuola come a casa. Si tratta
adesso di convincere gli altri paesi, ma soprattutto di inculcare
nella testa dei genitori l'idea che una sculacciata non è il mezzo
migliore per educare i propri rampolli.