I posti frazionati devono essere assegnati ai docenti di ruolo.

Ai supplenti spariscono gli spezzoni.

Il dicastero di viale Trastevere frena sul ricorso ai precari
per coprire le cattedre di poche ore.

 da ItaliaOggi del 7/8/2007

 

I docenti precari, che saranno convocati dagli uffici scolastici provinciali per gli incarichi di supplenza, non troveranno gli spezzoni da sei ore in giù tra le sedi disponibili. Lo ha stabilito il ministero della pubblica istruzione, con una nota emanata il 31 luglio scorso. Gli spezzoni non superiori a sette ore, che non concorreranno alla costituzione di cattedre, saranno assegnati direttamente dai dirigenti scolastici ai docenti interni: prima ai docenti di ruolo ed, eventualmente, ai supplenti. E solo se nessuno li accetterà, saranno proposti ai precari scorrendo le graduatorie d'istituto. Il provvedimento, secondo alcuni sindacati, sarebbe viziato sotto vari profili. Sia per quanto riguarda il mancato rispetto dei vincoli di spesa fissati dal ministero dell'economia, sia per quanto riguarda il mancato rispetto della gerarchia delle fonti.

 

I conti sui costi

Il docente di ruolo costa di più. Assegnare gli spezzoni ai docenti di ruolo anziché ai precari fa spendere di più. In primo luogo perché i docenti di ruolo vanno pagati anche nei mesi di luglio e agosto. E poi perché, con il crescere dell'anzianità di servizio, lo stipendio dei docenti di ruolo aumenta. Mentre quello dei docenti precari resta sempre fermo. Anche se si insegna per 30 anni di seguito.

E ora facciamo un po' di conti tenendo presente le rispettive retribuzioni.Un docente precario di scuola media o superiore, ha diritto, per ogni ora a una retribuzione mensile di 96,94 euro. Per contro, un docente di ruolo, con 15 anni di anzianità di servizio, se insegna nella scuola media va retribuito con 107,93 euro mensili per ogni ora. Se poi insegna alle superiori si porta a casa 111,24 euro.
 

La forbice si allarga al crescere dell'età. Il docente di ruolo di scuola media con 28 anni di servizio ha diritto a 125,28 euro, che diventano 132,06 se gli anni di servizio sono 35. Ancora di più se è un docente di scuola superiore: 132,06 euro con 28 anni di servizio e 138,64 se ne ha 35. Questi emolumenti vanno versati anche d'estate ai docenti di ruolo. Mentre per i precari il diritto alla retribuzione si ferma al 30 giugno. Insomma, mentre gli uffici scolastici sono impegnati a cancellare le cattedre di sostegno e le classi di strumento musicale, per far quadrare i conti, l'amministrazione centrale emana provvedimenti che fanno spendere di più.
 

Il diritto a completare.

E a ciò si aggiunge la questione del completamento. L'assegnazione degli spezzoni ai docenti di ruolo non potrebbe avvenire, se non dopo avere soddisfatto il diritto al completamento o all'elevamento dello orario dei docenti precari già titolari di spezzone. A prescindere dal fatto che insegnino nella scuola dove si verifichi la disponibilità oppure no.

A prevedere tale obbligo, in capo ai dirigenti scolastici, è l'articolo 37 del contratto di lavoro che, in quanto tale, deroga le norme di legge. E dunque anche le disposizioni emanate dal ministero. A prevedere la supremazia del contratto sulla legge è l'articolo 2 del decreto legislativo 165/2001. E tale principio è stato recentemente applicato anche in giurisprudenza, con la conseguente condanna dell'amministrazione al pagamento degli stipendi arretrati nei confronti di un docente precario, che si era visto negare il diritto al completamento. Proprio a causa dell'assegnazione di un spezzone di sei ore a un docente di ruolo da parte di un preside (giudice del lavoro di Potenza, n.622/2007). Ma nonostante tutto ciò, il ministero ha deciso diversamente. E ha disposto che gli spezzoni fino a sei ore vengano attribuiti «col loro consenso», si legge nella nota, «ai docenti in servizio nella scuola medesima... prioritariamente al personale con contratto a tempo determinato avente titolo al completamento di orario e, successivamente al personale con contratto ad orario completo, prima al personale con contratto a tempo indeterminato, poi al personale con contratto a tempo determinato, fino al limite di 24 ore settimanali come ore aggiuntive oltre l'orario d'obbligo».

E solo nei casi in cui rimangano ore che non sia stato possibile assegnare al personale in servizio nella scuola, i dirigenti scolastici potranno provvedere all'assunzione di nuovi supplenti utilizzando le graduatorie di istituto. Insomma, niente da fare per i precari, che già stanno assistendo alla progressiva sparizione degli spezzoni, da parte degli uffici scolastici. Che li utilizzano per riempire a 18 ore le cattedre dei docenti di ruolo delle secondarie. E che adesso dovranno rinunciare anche ai piccoli spezzoni, che rimangono liberi dopo le operazioni di costituzione degli organici da parte degli uffici.

Resta da vedere quale sarà l'impatto delle ultime decisioni del ministero sul bilancio di viale Trastevere. Ai maggiori costi derivanti dalle retribuzioni più alte, che dovranno essere versate ai docenti di ruolo, che occuperanno gli spezzoni, prima assegnati ai precari, potrebbero aggiungersi ulteriori oneri derivanti da eventuali sentenze di condanna di dirigenti scolastici a seguito dei mancati completamenti.