In attesa
Si spera di essere confermati nell'istituto dell'anno prima. Per il bene dei ragazzi

La prof: "Ogni anno una scuola diversa".

Francesca Porrini, 39 anni, precaria di sostegno.

Marco Severo, la Repubblica ed di Milano, 23/8/2007

 

Cinque anni, cinque scuole. Il precariato, a volte, raggiunge la perfezione dei cicli naturali. Così è stato per Francesca Porrini, 39nne milanese, insegnante di sostegno dal 2002. «Da allora ho lavorato ogni anno in un istituto diverso, e tutte le volte ho dovuto ricominciare da capo l'operazione, lenta e delicatissima, di approccio ai ragazzi disabili».

Insegnante di sostegno. Una vocazione o una scelta obbligata?

«Diciamo che è stata una scoperta. In realtà la mia abilitazione riguarda le discipline giuridiche ed economiche, come diritto e ragioneria. Durante l'iter di formazione, però, ho deciso di conseguire anche la specializzazione per il sostegno a ragazzi portatori di handicap, così, tanto per avere una possibilità in più di lavoro. Ora ho capito che questo tipo di insegnamento mi piace tantissimo».

Tuttavia, ogni anno in questo periodo si torna a fare i conti con l'incertezza per il futuro.

«Sì, è vero. In questo momento mi trovo in vacanza, ma con la mente sono già al 29 agosto prossimo, quando si conoscerà l'esito delle nomine da parte del Provveditorato».

Speranze?

Beh, sempre le stesse. E cioè quelle di tornare nella scuola dell'anno precedente. In questo caso, mi piacerebbe essere confermata all'Istituto professionale Oriani-Mazzini, dove ho insegnato fino alla primavera scorsa».

Nel caso dei professori di sostegno, probabilmente, il precariato ha ricadute ancora più drammatiche.

«Vero, soprattutto per i ragazzi. Non è solo l'insegnante a essere sballottato da una scuola all'altra. Sono gli stessi alunni disabili a vivere in condizioni di disagio, visto che ogni anno si trovano davanti a metodi e sensibilità differenti. Per loro è un grave problema, più che per gli altri studenti».