Prof. di matematica a Fioroni.
"La prova di maturità va rivista" .

I calcoli erano troppo complessi: studenti migliori disorientati

 La Stampa del 9/8/2007

 

ROMA
Durante la prova di matematica della maturità hanno visto i loro studenti migliori in difficoltà e disorientati a causa dello svolgimento di una prova eccessivamente complessa nei calcoli: per questo motivo oltre 200 docenti di matematica dei licei scientifici hanno scritto una lettera al ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni.

Pur condividendo la scelta del ministro «di dare un maggior valore e rigore alla prova, contro la tendenza degli ultimi anni di svuotarlo di significato diminuendone la difficoltà», i docenti fanno notare al responsabile della Pubblica Istruzione che l’inversione di tendenza «sembra che si sia concretizzata in un ritorno a vecchie tipologie di problemi, caratterizzati da una pesante complessità di calcolo, anacronistica rispetto agli orientamenti e alle metodologie didattici attuali, che si pensavano francamente superate».

«Sembra quasi - continua la lettera inviata a viale Trastevere - che la maggiore difficoltà della prova sia intesa dal Ministero, non come aumento del livello di problematicità dei quesiti, ma come accentuazione della complessità di calcolo e ampliamento delle parti di programma da conoscere».

La prova di matematica, svolta il 21 giugno scorso, richiedeva agli studenti di risolvere uno dei due problemi e di rispondere a cinque dei dieci quesiti proposti: il primo problema riguardava un triangolo; il secondo, invece, un cerchio, i poligoni inscritti e il problema della quadratura del cerchi. Nel questionario erano presenti delle equazioni, il teorema di Lagrange, delle funzioni reali dispari e sistemi di orientamento sulla Terra con coordinate geografiche terrestri.

Per i docenti il «salto», verso la complessità, rispetto agli altri anni è stato troppo lungo. «Noi riteniamo - spiegano gli insegnanti di matematica al ministro - che la prova debba avere una sua finalità e coerenza interna, che a noi, questo anno in particolare, è sfuggita, e che tale finalità debba essere resa nota preventivamente ai candidati».

Ciò che li ha lasciato più perplessi è stata la difficoltà riscontrata dagli studenti più preparati di fronte alle tracce proposte. «La cosa più grave - scrivono - è stata quella di vedere gli studenti migliori disorientati (la cosa si è verificata con percentuali tali che risulta evidente una errata “taratura” dei temi proposti), a fronte di inviti alla valorizzazione degli alunni più dotati».

Gli insegnanti riconducono l’eccessiva complessità della prova alla mancanza di dialogo con viale Trastevere: «Riteniamo - sottolineano - che questo caso sia emblematico rispetto all’assoluta mancanza di comunicazione fra il Ministero e i docenti che ogni anno si impegnano in classe nella preparazione dei candidati agli esami di Stato».

Per evitare situazioni analoghe anche nello svolgimento delle prove dei prossimi anni, i “prof” chiedono al ministro maggiore trasparenza sia sulle prove che sui programmi da svolgere.

«È necessario - conclude la lettera - che il Ministero, nelle forme che si riterranno più opportune, elabori e renda noto entro i primi mesi del prossimo anno scolastico un elenco ufficiale chiaro e dettagliato di ciò che nell’ambito dei programmi devono sapere e saper fare gli esaminandi, in riferimento alla prova scritta dell’esame di Stato».