Ancora problemi di organici rispetto ai budget
prefissati
Il risultato potrebbe portare a 30 e oltre studenti per aula
Saranno classi con più alunni e meno prof.
E' ancora polemica sui tagli nella scuola.
Salvo Intravaia, la Repubblica
8/8/2007
ROMA - Il prossimo anno
vedrà più alunni e meno docenti. La polemica sui tagli al personale
della scuola non accenna a placarsi. Dopo il telegramma inviato dal
titolare dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, al collega della
Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, sulla cosiddetta 'clausola di
salvaguardia' contenuta nella Finanziaria 2007 e la pronta la smentita
di quest'ultimo su eventuali tagli aggiuntivi al personale della
scuola, l'allarme organici resta.
I sindacati, snocciolando decine di numeri e mettono perfino in dubbio
l'avvio dell'anno scolastico. Per il prossimo mese di settembre vedono
tutto nero mentre dal ministero di viale Trastevere arrivano segnali
di distensione. Due cose sembrano ormai certe. Primo: il prossimo anno
scolastico vedrà più alunni ma meno insegnanti. Secondo: il comparto
scuola ha già sforato di 626 milioni di euro il budget assegnato per
il 2007. Così sulla scuola pubblica incombe la 'clausola' che senza
troppi preamboli dice: se non risparmi quanto dovevi ti assegniamo
meno risorse.
Bastano due esempi per rendere il clima rovente di questi giorni.
"L'obiettivo richiesto - dichiarano i sindacati in Lombardia - è
quello di abbattere di ulteriori 444 posti gli organici del personale
docente, di cui ben 242 per il sostegno agli alunni disabili, con 12
mila alunni in più rispetto allo scorso anno scolastico e una scuola
resa sempre più complessa dall'affluenza di immigrati e dalle
necessità di fornire alle famiglie un servizio di qualità". Proteste
che si ripetono a Roma e in Campania dove Flc Cgil, Cisl e Uil scuola,
Snals e
Gilda
denunciano che a Napoli l'amministrazione fornisce dati dai quali si
evince la sussistenza di classi con 30 e più alunni, anche in presenza
di ragazzi disabili, e la concentrazione delle classi più numerose in
zone altamente a rischio.
"La Cisl scuola - dichiara Francesco Scrima - non è mai stata
contraria ad interventi di razionalizzazione che abbiano l'obiettivo
di qualificare e migliorare il servizio scolastico, ma non può
condividere una politica miope di tagli imposti dal ministero
dell'Economia che hanno messo duramente in crisi numerose realtà". A
lamentarsi sono infatti molte regioni: dalla Lombardia alla Campania.
"In questi giorni - continua Scrima - le regioni denunciano tagli ai
posti di sostegno, alunni stipati in aule non a norma, sdoppiamenti di
classi sovraffollate negati pur in presenza di alunni disabili e
preannunciano iniziative di mobilitazione per l'inizio dell'anno
scolastico".
"Quella di un taglio aggiuntivo di ulteriori 1.800 posti soprattutto a
scapito degli insegnanti di sostegno è una notizia del tutto
infondata", replica Mariangela Bastico, viceministro della Pubblica
istruzione, che è costretta ad ammettere: "In questi giorni stiamo
provvedendo ad un calcolo degli organici in ottemperanza a quanto
stabilito dalla legge finanziaria". Provvedimento che, a partire
proprio dall'anno scolastico ormai alle porte, lo scorso mese di
dicembre sentenziò il taglio di 50 mila posti (tra docenti e Ata) in
tre anni attraverso 5 mosse.
La prima contemplava un maggior numero di alunni per classe. I primi
conteggi confermerebbero che, a fronte di un incremento di alunni
rispetto all'anno appena concluso, negli organici del personale
docente fra poco più di un mese si conteranno 9.600 posti in meno. "Un
provvedimento che garantisce comunque la richiesta di scuola
dell'infanzia e di tempo pieno alla primaria (l'ex elementare, ndr) -
continua Bastico - e stabilisce che, in deroga ai contingenti
regionali, si potrà avere al massimo un docente di sostegno ogni due
disabili". Sembra certo che, soprattutto al superiore, 'le classi
saranno più affollate e gli insegnanti saranno di meno', spiega
Massimo Di Menna, leader della Uil scuola che critica duramente 'la
razionalizzazione' di Padoa Schioppa sulla scuola.
"E' stato messo in piedi un modo di razionalizzare sulla scuola
assurdo", sentenzia Di Menna che continua: "Senza individuare gli
eventuali sprechi si è stabilito prima un taglio di 50 mila posti e il
modo di realizzarlo. In questa maniera gli sprechi restano e le scuole
vanno in crisi". E se gli organici del personale sono ancora in fase
di costituzione, su un punto la legge di bilancio per l'anno in corso
ha clamorosamente fallito.
Una delle mosse per fare sparire 50 mila posti prevedeva il calo dei
bocciati al biennio delle superiori. Un numero che, si legge nella
relazione tecnica che accompagnava la Finanziaria, da 185 mila si
sarebbe dovuto assottigliare del 10 per cento. Ma quest'anno le cose
sono andate diversamente. Secondo i dati diffusi dallo stesso Fioroni
appena qualche giorno fa i bocciati sono aumentati in tutte e due le
prime classi della scuola secondaria di secondo grado (più 4,4 per
cento) che al momento fa saltare la previsione di 3.600 posti in meno
e si imbatte sulle casse dello stato.