Svimez: tra chi è emigrato al Nord accade solo
nel 12% dei casi
Nel Meridione un laureato su 4 la Repubblica 28/8/2007
ROMA - Nel Sud un laureato su quattro trova lavoro, entro tre anni dalla tesi, grazie a canali "informali". Vale a dire, grazie alle conoscenze. Cosa che accade invece solo al 12 per cento dei ragazzi che si sono trasferiti a Nord per studiare. Lo rilevano le anticipazioni di uno studio di Margherita Scarlato che sarà pubblicato sul prossimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della Svimez, Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno. Nel Sud, infatti, laurearsi è importante, si legge nel rapporto, ma "se si proviene dalla famiglia 'giusta', non solo perché ricca ma pure perché inserita in un reticolo di rapporti sociali". Infatti i canali più utilizzati dai neo-laureati restano la conoscenza diretta, la segnalazione da parte di parenti o amici oppure la prosecuzione di un'attività familiare.
Per tutti gli altri
resta la "spintarella". Fondamentale è la famiglia che si ha alle
spalle: per i nuclei dei ceti sociali più bassi, rileva lo studio,
l'investimento negli studi universitari può essere rischioso. "La
laurea - si legge nel rapporto - riduce il rischio che lo studente
resti disoccupato, ma non riduce il rischio di trovare un'occupazione
mal retribuita".
Chi va al Nord, infatti,
spesso lo fa proprio perché "l'emigrazione offre un'alternativa alla
ricerca di una protezione locale". Chi non ha "agganci" dove è nato,
dunque, cerca di farsi una carriera altrove. Anche se, fa notare lo
studio, spesso si continuano a usare "le norme e le reti sociali di
origine poiché il processo di apprendimento di codici nuovi di
comportamento è lento". |