Secondo i dati che emergono dal rapporto
Ocse-Pisa,
la ricerca dell'equità educativa funziona.
Insegnare matematica è democratico.
Nei paesi più attenti al welfare gli studenti
sono più preparati
da ItaliaOggi del
14/8/2007
Insegnare bene la matematica è questione di
democrazia educativa. Mentre impera ancora il mito della matematica
dominio di pochi eletti, i migliori sistemi scolastici al mondo, come
in Finlandia, dimostrano il contrario. Rileggendo i dati dei test di
apprendimento del programma internazionale di valutazione noto come
Ocse Pisa (Programme for International Student Assessment), non
sarebbe giusto dividere il mondo tra più o meno bravi in matematica ma
tra sistemi più o meno equi nel suo apprendimento. Lettura da cui
emerge una mappa curiosa del fenomeno dell'equità educativa riferito
alla matematica, appannaggio dei paesi che fanno della qualità del
welfare educativo una questione di innalzamento degli standard di
apprendimento per tutti, a prescindere dallo status socio-economico di
appartenenza dello studente o della scuola che si frequenta. Questo a
differenza di altri paesi, specie asiatici, a eccezione della sola
Cina, dove alle prestazioni più alte ai test di apprendimento
corrispondono però livelli di equità educativa decisamente più bassi.
Dalla lettura della distribuzione dei livelli di apprendimento della
matematica, rilevati in occasione dell'ultima campagna di valutazione
delle competenze in lettura, scienze e matematica, condotta sugli
studenti di quindici anni di mezzo mondo, conosciuta come Ocse Pisa (Programme
for International Student Assessment) 2003, si nota che spesso sono
proprio i paesi che hanno alzato le aspettative di apprendimento per
tutti, quelli ad andare tendenzialmente meglio degli altri in fatto di
educazione matematica, attestandosi nella maggior parte dei casi
intorno o sopra la media Ocse di 500 punti. Stando ai dati diffusi
dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico del
2003, quelli che vanno meglio in assoluto sono gli studenti di Hong
Kong con il 10,52% del totale della popolazione studentesca a livello
6 nei punteggi registrati dai test di apprendimento. A livello 5 (da
607 a 668 punti) incalzano già Finlandia, Olanda e Lichtenstein mentre
al 4° (da 545 a 606 punti) le sorti si rovesciano decisamente in
favore della solita Finlandia (26,13% degli studenti) e del Canada
(25,10%), paesi con i livelli equità educativa tra i più alti al
mondo. Per la Finlandia si parla infatti di un tasso di disomogeneità
dei punteggi ai test di matematica pari solo al 4,8% della varianza di
performance riscontrata sull'intera popolazione scolastica interessata
ai test, seconda solo all'Islanda (3,8%). In generale oggi la palma
dei più attenti all'equità educativa matematica va senz'altro ai
sistemi nordeuropei (Finlandia, Islanda, Svezia, Irlanda, Danimarca),
quelli nordamericani (Canada) e all'Oceania (Nuova Zelanda e
Australia), mentre nella mappa dei paesi a più alto tasso di
democrazia matematica va annoverata anche la Cina.