Cresce il dissenso nei confronti di Fioroni.
di R.P. La
Tecnica della Scuola del 29/8/2007.
Dura presa di posizione di Alba Sasso sulla decisione
di Fioroni di assegnare contributi alle scuole superiori non statali.
Secondo la parlamentare della Sinistra Democratica siamo ormai di
fronte a scelte che peggiorano il quadro negativo ereditato dalla
Moratti.
Il dissenso nei confronti delle scelte politiche del
ministro Fioroni si amplia ormai di giorno in giorno.
Adesso, a protestare, non sono più soltanto i “movimenti” (dal
“Manifesto dei 500” al Forum degli Insegnanti, passando attraverso
ReteScuole e l’Associazione nazionale “Per la scuola della
Repubblica”) o la Cgil-Flc di Enrico Panini.
Gli attacchi arrivano a Fioroni dalla stessa maggioranza che lo
sostiene.
E’ di poche ore fa, per esempio, un durissimo attacco della
parlamentare Alba Sasso (Sinistra democratica), vicepresidente della
Commissione Istruzione della Camera che in un lungo comunicato non
risparmia critiche alla decisione del Ministro di continuare a
sostenere le scuole paritarie ampliando anzi la platea dei soggetti
aventi diritto ad ottenere finanziamenti e contributi statali.
L’annuncio era stato fatto qualche giorno fa da Giuseppe Fioroni al
Meeting di Comunione e Liberazione; ora, Alba Sasso replica senza
mezzi termini arrivando a sostenere che il decreto ministeriale del 21
maggio scorso (peraltro già registrato dalla Corte dei Conti) con cui
si forniscono indicazioni sulle modalità di erogazione di contributi
alle scuole non statali sarebbe addirittura incostituzionale.
Le scelte di Fioroni rappresenterebbero in tal modo un decisivo
arretramento rispetto alla politica scolastica della Moratti, tanto
che la Sasso conclude con una battuta al vetriolo: “Quod non fecerunt
barbari….”
In realtà la presa di posizione della vicepresidente della Commissione
Istruzione è soltanto la punta dell’iceberg di un forte malessere
interno alla maggioranza in materia scolastica.
Basti ricordare il difficile cammino del disegno di legge in materia
di norme urgenti per la scuola: la Commissione Istruzione della Camera
vi aveva inserito norme interessanti (esenzione per le scuole dal
pagamento della Tarsu e dell’Iva, ripristino del tempo pieno,
istituzione di un fondo perequativo per dare ossigeno alle casse
scolastiche) che però la Commissione Bilancio aveva poi provveduto a
cassare con la motivazione che manca la copertura finanziaria.
Tornato in Commissione Istruzione il provvedimento, pesantemente
corretto alla Commissione Bilancio, è stato approvato ma con il voto
contrario di Rifondazione Comunista: un segnale inequivocabile che fa
capire che la maggioranza di Governo è tutt’altro che compatta in
materia di scuola.
Il fatto è che, con una maggioranza frantumata, diventa difficile
pensare a cambiamenti significativi per la scuola: potranno essere
modificate le Indicazioni nazionali, ma organici e risorse finanziarie
continueranno ad essere ridotti all’osso.