Presentato a luglio il rapporto del consiglio
accademico sulla competitività
del governo Usa. Il successo formativo in matematica base del sogno
americano.
Bush, la ripresa passa per l'istruzione.
da ItaliaOggi del
14/8/2007
Per gli Stati Uniti è capitale la questione del
successo formativo in matematica, anche se bisognerà intervenire
soprattutto sulla diversità dei rendimento fra studenti di gruppi
etnici minoritari e sulla frammentazione dei provvedimenti di riforma
dei singoli stati della confederazione.
Per il presidente George W. Bush la formazione matematica che si
realizza a scuola rappresenta la «pietra d'angolo», da cui ripartire
per un rilancio dell'economia a stelle e strisce e addirittura per lo
stesso sogno americano. Il problema è che dai dati delle più recenti
campagne di valutazione nazionale e internazionale dell'apprendimento
della matematica (come Ocse Pisa) si fatica a scorgere i frutti delle
riforme e delle politiche di investimento degli ultimi tempi, visto
che i risultati conseguiti dagli studenti americani non appaiono così
brillanti.
È stato dato alle stampe nel mese luglio il rapporto del consiglio
accademico per la competitività del governo americano, presieduto dal
segretario generale per l'educazione Margaret Spellings, che riporta
lo stato dell'arte degli interventi governativi in favore del
progresso educativo in matematica, scienze e tecnologia.
Ne abbiamo estratto alcuni passaggi, riferiti soprattutto alle
criticità che impegnano il governo americano in questo delicato
passaggio delle riforme scolastiche del «no child left behind act»
voluto da Bush sin dall'inizio del suo insediamento alla Casa Bianca.
Secondo le stime dei ricercatori, sebbene vada apprezzata una certa
crescita dei livelli di competenza matematica per gli studenti della
fine del ciclo primario e di quello corrispondente alla nostra scuola
media, dal 1990 ad oggi le medie del rendimento scolastico in
matematica negli Usa restano ancora troppo basse.
Dalle rilevazioni dell'ultima sessione del piano di valutazione
nazionale, emerge che solo un terzo degli studenti alla fine del ciclo
primario (circa il 36%) e di quello secondario inferiore (circa il
30%) possiede competenze adeguate in matematica.
Esiste d'altra parte un problema di scarsa capacità del sistema
scolastico americano e forse, più in generale, di quello sociale, di
non riuscire a integrare culture e gruppi etnici diversi in un tessuto
educativo unitario nazionale.
Il rendimento di questi studenti resta pressoché immutato nel tempo se
è vero che, per esempio, i punteggi medi ai test degli studenti di
colore o ispanici restano identici nel corso degli ultimi 15 anni.
Ma i fattori di criticità non vanno riferiti, spiegano dal consiglio
accademico per la competitività, solo alla luce della composizione
della domanda educativa.
Nel tentativo di migliorarsi, infatti, il sistema ha introdotto negli
ultimi anni una pletora di interventi che ha avuto l'effetto di
complicare la situazione più che dirimerla.
A seconda dello stato di appartenenza, le scuole hanno adottato
risorse, strumenti e curricoli diversi (addirittura importandoli
dall'estero, come nel caso del curricolo di Singapore adottato da
alcuni stati della confederazione) con il risultato di complicare le
idee a insegnanti, dirigenti e amministratori. Il governo stesso, nel
tentativo di mettere mano alla questione educativa matematica, ha
introdotto nel sistema scolastico misure e iniziative migliorative che
solo in pochissimi casi sono stati seguiti da seri programmi di
valutazione e di disseminazione delle innovazioni. Ma il governo
americano, mentre annuncia nuovi investimenti in fatto di educazione
matematica, si sta già impegnando anche sulla strada della
razionalizzazione delle risorse. L'organo di controllo dei conti
pubblici ha infatti rilevato qualcosa come ben 207 programmi di studio
della matematica diversi e adottati nelle diverse scuole della
confederazione, amministrati da 13 agenzie confederali diverse, per un
totale di spesa pari a quasi 3 miliardi di dollari.