I tagli proposti sono in netta contraddizione con il
programma dell'Unione. la scuola schioppa. di Alba Sasso*, da Aprile On Line.info del 27/9/2006
Davvero sembra di essere entrati nella macchina del tempo. Ma la Moratti non era andata a casa? Insomma a leggere gli articoli della Finanziaria che riguardano la scuola c'è da restare sgomenti. Avevamo sperato che le voci di questi mesi sui tagli all'istruzione fossero esagerate. Non lo erano. Non solo, questa Finanziaria è in netta contraddizione con il programma dell'Unione. Con quella filosofia e con quella impostazione. Il sapere al primo posto, la lotta al precariato, l'impegno per una scuola di inclusione e coesione sociale, l'attenzione ai più deboli. Senza conoscere la scuola italiana, perché di questo si tratta, si taglia sugli insegnanti di sostegno, si modifica d'imperio il rapporto alunni/insegnanti, si elimina tout court l'organico funzionale (quel numero di docenti che permette alla scuola dell'autonomia di funzionare), già tagliato dalla Moratti, si elimina la figura dei supervisori, quegli insegnanti che svolgono un lavoro prezioso nelle Siss(scuole di specializzazione per l'insegnamento). Ma dov'è in questi articoli un'idea di sviluppo, di qualità del sistema? E non c'è neanche rigore e tantomeno equità. Si taglia sulle migliori esperienze della scuola italiana. Tutto questo per inseguire un pre-giudizio, già ampiamente esplicitato nel documento di programmazione economica e finanziaria. Gli insegnanti sono troppi, per la scuola si spende troppo. Hanno avuto un bel da fare il ministro Fioroni, il vice ministro, i sottosegretari, i sindacati, le associazioni professionali, in tutta questa estate a spiegare che l'Italia è lunga e stretta e che mantenere una classe con pochi alunni in piccole realtà è un investimento in democrazia e che l'integrazione dei soggetti diversamente abili è una straordinaria esperienza della scuola italiana, tra le migliori in Europa. E il precariato, già martoriato dalla Moratti? Scomparso, scomparso l'impegno a finanziare come già previsto in una legge della Repubblica un piano di immissioni in ruolo- che significa sistemare gente che già insegna, che già è pagata -, scomparso l'impegno preso con la settima commmissione della Camera dei deputati per affrontare la risoluzione del problema. Ministro Padoa Schioppa il mondo della scuola, e non parlo solo degli insegnanti, è un popolo saggio e paziente. Ma ha già dato, e molto, in questi anni, continuando a lavorare con responsabilità e impegno in condizioni difficili. Con la stessa fermezza le chiede e lo chiediamo anche noi di modificare profondamente questo impianto e gli articoli della Finanziaria che riguardano l'istruzione. Perché impoverire la scuola pubblica, significa impoverire il Paese, eliminare l'uguaglianza delle opportunità. Non permettere al "figlio dell'operaio di avere le stesse opportunità del figlio del professionista", che è il contrario di quanto scritto nel programma con cui noi tutti abbiamo vinto le elezioni.
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