Nota del viceministro: le iscrizioni dei bambini
under 3 anni
devono essere accettate se in regola.
Arriva la sanatoria per l'infanzia.
E dal prossimo anno si cambia: riforma d'intesa
con la Bindi
Italia Oggi del 13/9/2006
La notizia è tutta in un passaggio di una nota
firmata dal viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico, e inviata
a direttori scolastici regionali, che recita: ´Non si esclude che, a
livello locale, la frequenza per l'anno scolastico 2006/07 di coloro
che compiono i tre anni entro il mese di febbraio dell'anno scolastico
di riferimento possa trovare ambiti di praticabilità' (protocollo n.
955/2006). Insomma, i genitori che avevano iscritto a gennaio scorso i
propri figli che non avevano ancora i tre anni di età alla scuola
dell'infanzia e che hanno visto la domanda prima accettata, in base
alla riforma Moratti, e poi respinta dalle scuole, a seguito della
circolare del ministero sull'avvio del nuovo anno, possono tirare un
sospiro di sollievo. Così come i docenti e il personale ausiliario,
tecnico e amministrativo che contavano in un contratto di supplenza
per l'accresciuto fabbisogno. Se le iscrizioni sono state fatte in
regole, e dunque con il placet degli enti locali, devono essere
accettate, dice la nota. Ma si tratta solo di una fase transitoria: a
regime, già dal prossimo anno, tutto cambierà, con una riforma della
scuola dell'infanzia a cui il dicastero guidato da Giuseppe Fioroni
sta lavorando d'intesa con Rosy Bindi, ministro della famiglia, e da
realizzare poi con accordi ad hoc con regioni, province e comuni.
Transizione è la parola chiave dell'anno scolastico che è appena
iniziato, dal vecchio, la riforma Moratti, al nuovo, quella che sarà
la scuola di Fioroni. Nel passaggio, fatto di sospensioni e
retromarcia, va coniugata la nuova scuola con le aspettative che la
vecchia aveva creato presso gli utenti e i lavoratori del settore. È
questo il caso della scuola dell'infanzia. ´Non riteniamo corretto e
proficuo, innanzitutto per i bambini, costruire classi dell'infanzia
con alunni che hanno anche due anni di differenza tra di loro. Ma ci
siamo resi conto che le famiglie, con la precedente normativa', spiega
a ItaliaOggi il viceministro Bastico, ´avevano maturato delle
legittime aspettative. Che vanno rispettate, anche perché in base a
quelle aspettative molti hanno organizzato la loro vita. Era
difficile, ora, dirgli di cambiare tutto'.
E così, lì dove le iscrizioni di bambini under 3 anni erano state
accettate, e sussistono condizioni di fattibilità che devono emergere
nero su bianco da un'intesa con gli enti locali ( e dunque personale
in più, strutture adeguate, servizi aggiuntivi), le scuole dovranno
riaprire i loro portoni. In questo caso, i programmi educativi dei
bambini dovranno essere decisi con apposita delibera del collegio dei
docenti. Gli alunni anticipatari da riammettere dovrebbero essere
circa 50 mila, tra istituti statali, paritari e comunali, concentrati
soprattutto nel Centro-Sud d'Italia.
Quella di quest'anno dovrebbe comunque essere solo un'eccezione. La
nota, infatti, precisa che si tratta di una situazione ´del tutto
transitoria', dal prossimo anno si cambia. A partire dal requisito dei
tre anni che potrà essere maturato entro il 31 dicembre dell'anno
scolastico di riferimento e non più entro il 31 agosto.
Così, chi a oggi era un anticipatario, domani sarà considerato
ordinario. Gli anticipi dovrebbero invece definitivamente sparire. Per
essere sostituiti da nuovi corsi di accoglienza ed educazione, dai 2
ai 3 anni, da realizzarsi a cavallo tra i nidi e la scuola
dell'infanzia. Il progetto, a cui stanno lavorando i tecnici
dell'istruzione e della famiglia, prenderà spunto dalle esperienze
maturate in questi anni in alcune realtà, come quelle dell'Emilia
Romagna e del Lazio.
Il nuovo intervento, che troverà copertura in Finanziaria, sarà
realizzato d'intesa con regioni ed enti locali.