L'iniziativa del Veneto potrebbe essere
riproposta da altre regioni. Niente supplente per il prof malato. Sostituti solo per assenze oltre i tre mesi. Per limitare le spese di Alessandra Ricciardi, Italia Oggi del 21/9/2006
Le scuole si dovranno arrangiare. Se l'insegnante di ruolo si assenta, perché per esempio malato, non potrà essere sostituito da un supplente. A meno che l'assenza non superi i tre mesi. La stretta sulle spese per i contratti di supplenza è stata decisa in Veneto, regione che deve fare i conti con un plafond per l'anno scolastico appena cominciato ridotto al lumicino. Ma potrebbe essere solo l'inizio. Decisioni analoghe sono infatti all'esame in altre regioni. E il colpo finale potrebbe arrivare dalla prossima Finanziaria. Già, perché il ministro dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, sta lavorando a una norma per frenare il ricorso alle supplenze, ritenute una spesa eccessiva e a volte inutile. Tps punta il dito in particolare contro il numero di assenze dei docenti titolari, superiore alla media del pubblico impiego, ritenute poco attendibili in quanto a motivazioni. Una scelta, quella di Tps, fortemente contrastata dal ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, che assolutamente vuole evitare uno scontro frontale con il popolo dei precari (sono in 200 mila ad avere ogni anno uno o più contratti di sostituzione, tra insegnanti e personale ausiliario, tecnico e amministrativo) con i sindacati. In questi giorni il destino dei tagli agli organici sarà definito. Martedì prossimo, infatti, la manovra dovrà essere presentata ai sindacati prima del varo al consiglio dei ministri. Intanto, però, c'è chi corre ai ripari per sanare l'esistente. A fare da apripista è il Csa di Padova, direzione scolastica regionale del Veneto. Con una circolare (protocollo 13237/C14), inviata a tutte le scuole, l'ex provveditorato comunica che a partire dal mese di settembre «non si potrà procedere ai pagamenti dei fabbisogni eccedenti il budget assegnato, a eccezione delle spese per supplenze brevi e saltuarie di durata superiore ai tre mesi e nei limiti delle disponibilità esistenti». Da una verifica fatta sul periodo gennaio-agosto 2006 è, infatti, emerso che c'è una richiesta «nettamente maggiore dei fondi assegnati a questo Csa dalla direzione generale del Veneto per l'anno in corso». Anzi, l'ufficio si è trovato già a dover sospendere il pagamento su alcuni capitoli. Tra decreti tagliaspese e leggi finanziarie, gli stanziamenti per la gestione delle scuole a livello nazionale si sono ridotti di circa il 50% rispetto a due anni fa. Ancora più pesante, secondo una stima di Cgil, Cisl e Uil scuola, la decurtazione nel confronto con il 2001: si è passati da 331,44 milioni di euro a 110,871. Veneto, Campania, Piemonte, Lombardia e Lazio le regioni in maggiore sofferenza. Uno dei capitoli di maggiore impegno finanziario è proprio quello delle supplenze. A oggi, le cosiddette supplenze brevi potevano essere assegnate dopo 15 giorni di assenza, alle scuole medie e superiori, e cinque giorni, alle elementari. Ed è proprio lo spostamento in avanti del termine a partire dal quale è possibile fare contratti di supplenza la soluzione adottata dal Csa, che Tps vorrebbe adottare a livello generale. Le cattedre scoperte dovrebbero dunque essere assegnate solo ai docenti già di ruolo con ore libere. Sul piede di guerra i sindacati. Ieri si sono riuniti i direttivi di Cgil, Cisl e Uil scuola, che hanno conferito alle segreterie nazionali il mandato «di valutare gli esiti dei diversi incontri in programma con riferimento ai contenuti della Finanziaria per il 2007 e di attivare le iniziative di mobilitazione e di lotta, dalle manifestazioni allo sciopero». L'obiettivo «è di scongiurare nuovi tagli alle risorse e agli organici». «La situazione attuale è già insostenibile, si sta varcando la soglia della decenza», sintetizza Francesco Scrima, numero uno della Cisl scuola. «Servono nuovi investimenti per ridare fiato alle scuole», aggiungono i segretari di Cgil e Uil scuola, rispettivamente Enrico Panini e Massimo Di Menna. «La scuola non può sopportare ulteriori tagli. Il governo questo lo sa bene», è stata la promessa di Fioroni. |