Fioroni:
Tecnici e Professionali non si toccano.

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola del 15/9/2006

 

“E’ necessario – ha detto il Ministro a Bologna - rilanciare la formazione tecnica e professionale statale nell'istruzione pubblica, gli istituti statali sono una carta fondamentale per il recupero del gap del nostro Paese sull'istruzione tecnica e le materie scientifiche", per questo "non penso che gli istituti professionali debbano passare alla competenza delle Regioni".

 

Il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, torna a difendere pubblicamente gli istituti Tecnici e Professionali: stavolta il Ministro lo ha ribadito il 14 settembre a Bologna, durante un dibattito sulla scuola italiana a cui erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, e l'assessore regionale alla scuola Paola Manzini. “E’ necessario – ha detto il responsabile del Ministero di viale Trastevere - rilanciare la formazione tecnica e professionale statale nell'istruzione pubblica, gli istituti statali sono una carta fondamentale per il recupero del gap del nostro Paese sull'istruzione tecnica e le materie scientifiche", per questo "non penso che gli istituti professionali debbano passare alla competenza delle Regioni".

La tradizionale struttura della secondaria non è quindi in discussione: per i veri cambiamenti da apportare al secondo ciclo, ha spiegato Fioroni, "ci siamo presi 18 mesi di tempo per fare una vera campagna di ascolto a livello provinciale e regionale", con lo scopo di "definire quale struttura di scuola secondaria vogliamo mettere in piedi". Con un obiettivo chiaro in mente: "non è più procrastinabile innalzare a 16 anni l'accesso al lavoro contrattualizzato".

"Il lavoro tra i 16 e i 18 anni - ha aggiunto Fioroni - deve poi avere una forte presenza di formazione professionale". Per far ciò "bisogna chiarire il rapporto con le associazioni datoriali, come Confindustria per quanto riguarda l'alternanza scuola-lavoro e l'apprendistato".

Innalzare a 16 anni l'obbligo scolastico "ha due motivi", ha spiegato il ministro della Pubblica Istruzione. Da una parte "aumentare la consapevolezza del ragazzo nel fare scelte che riguardano la propria vita". Dall'altra "utilizzare il biennio dell'obbligo innalzato per dare possibilità ai diversi stili cognitivi dei giovani", riducendo così la dispersione scolastica.

Parlando della finanziaria Fioroni ha ribadito che "la scuola non si può permettere altri tagli, ma deve evitare gli sprechi: il Ministro del Tesoro continua a dirmi che tre maestri per dieci alunni sono una cosa incomprensibile - ha detto Fioroni - ma una cosa è se quel dato lo leggo pensando, ad esempio, al centro di Bologna, una cosa è se mi riferisco alle Isole Tremiti". In quel caso "si consente ai Comuni sotto i 5 mila abitanti di sopravvivere - ha evidenziato il ministro - e sono convinto che nessuno intendere mettere in discussione la loro sopravvivenza".