Polemiche sul finanziamento alle materne paritarie/1. Il fronte del no. da TuttoscuolaNews N. 260, 25 settembre 2006
"Restituire" alle scuole paritarie i 167 milioni ad esse scippati dall'ex ministro Tremonti con la finanziaria dell'anno scorso? Neanche per idea, tuona la minoritaria, ma impetuosa componente iperlaica della maggioranza, che fa capo ad alcuni movimenti di base, come il Comitato di Firenze "Per la scuola della Repubblica" e, a livello politico, alla Rosa nel pugno di Enrico Boselli. "Ma sono soldi dovuti, e comunque il Ministero li ha sempre dati, da quando è stata varata la legge sulla parità", replica il ministro Fioroni, forte dell'appoggio dell'asse DS-DL. La questione del ripristino delle erogazioni in favore delle scuole paritarie - o più esattamente delle scuole dell'infanzia paritarie - nella misura stabilizzatasi dal 2000 in avanti di circa 500 milioni di euro (da finanziare anno per anno), non sembra destinata ad assumere rilievo politico, ma continua a suscitare polemiche e punture di spillo all'interno della maggioranza. E proprio i partiti della maggioranza, e segnatamente quelli della sinistra, sembrano essere per esempio il vero obiettivo della lettera aperta inviata a "Tuttoscuola" dal citato Comitato di Firenze, nella quale si lamenta il fatto che la nostra newsletter abbia giudicato "alquanto retrò" la posizione espressa dallo stesso Comitato, contraria in linea di principio a qualunque finanziamento alle scuole paritarie, 167 milioni compresi. "Tuttoscuola" è accusata addirittura di aver lanciato alla scuola un "messaggio di cultura anticostituzionale". Noi, per la verità, ci eravamo limitati ad osservare che la preclusione costituzionale non opera a livello della scuola dell'infanzia, e che è sempre stato così, fin dall'istituzione della scuola materna statale (legge n. 444 del 1968). La legge sulla parità (n. 62 del 2000) si è posta in continuità con questa impostazione. E non ci risulta che tale legge sia stata giudicata incostituzionale dalla Consulta. Il "Comitato" dovrebbe farsene una ragione. Invece sembra voler rimettere in discussione queste leggi in nome di un "senza oneri per lo Stato" duro e puro, invariabile nel tempo e nello spazio. A noi è questo che sembra un pò retrò. |