Prato, stanziati 200mila euro per i programmi di
inserimento
La dispersione scolastica colpisce il 55% dei giovani extracomunitari
I "fantasmi" della scuola italiana
giovani immigrati obbligati al lavoro.
Tullia Fabiani,
la Repubblica del
9/9/2006
Il lavoro è più importante e la scuola può
aspettare. L'abbandono scolastico soprattutto tra gli studenti
immigrati è un'emergenza. E la Provincia di Prato, uno dei territori
maggiormente colpiti in Italia da questo fenomeno, ha deciso di
prendere provvedimenti. Un intervento massiccio: 200 mila euro per
combattere la dispersione scolastica e il lavoro minorile con la
promozione di attività formative integrate, che mettono insieme
scuola, formazione e impiego.
In realtà il 'pacchetto', presentato nelle settimane scorse
dall'assessore alla Cultura, Istruzione Formazione e Lavoro Paola
Giugni, prevede anche altri fondi (circa 400 mila euro) destinati a
disoccupati, dipendenti di aziende in Stato di crisi e giovani
apprendisti. Ma quella rivolta ai ragazzi stranieri, in particolare ai
giovani cinesi, è considerata un'iniziativa speciale.
Studenti e abbandoni.
L'impegno riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado, e
mira a individuare i tanti ragazzi fuoriusciti dal sistema scolastico
anche attraverso un'azione di raccordo con le famiglie. "Siamo la
seconda provincia italiana, dopo Mantova credo, col numero più alto di
alunni immigrati - spiega l'assessore - la percentuale sulla
popolazione scolastica al 2005 è del 10,5 per cento e l'abbandono
scolastico da parte di questi ragazzi è molto alto: parliamo del 38
per cento nelle scuole medie e del 55 nelle superiori".
Non è l'integrazione il problema.
In molti casi è l'età: arrivare a scuola con qualche anno di ritardo
rispetto al corso normale di studi è già motivo di disagio e sconforto
per lo studente. Ma nella maggior parte delle situazioni la scelta è
determinata dal lavoro. "Molti ragazzi cinesi lasciano lo studio dopo
uno o due anni di superiori, anche se il rendimento è buono e il loro
abbandono è finalizzato soprattutto all'ingresso nel mondo del
lavoro", racconta Giugni. Di fatto Prato e provincia da tempo sono
interessate da una forte immigrazione cinese, che negli ultimi anni ha
consolidato una forte presenza nel settore tessile e delle confezioni.
"Questi giovani vanno a lavorare nelle ditte di famiglia - precisa
l'assessore - e quindi è ancora più faticoso trattenerli a scuola".
I provvedimenti.
Proprio perché si tratta di una sfida difficile, il bando del progetto
prevede una serie di iniziative articolate con direttive precise: il
30 per cento delle risorse indirizzato a prevenire la dispersione
scolastica, con moduli di insegnamento della lingua italiana, percorsi
di orientamento e "tutto ciò che può rafforzare l'idea di rimanere in
classe" dice Giugni. Mentre un altro provvedimento è rivolto
all'organizzazione di corsi professionali integrati per favorire
l'inserimento nel mondo del lavoro, senza compromettere il percorso
scolastico.
L'altro 70 per cento invece è destinato al recupero dei ragazzi che
hanno abbandonato la scuola: "abbiamo pensato ad azioni per
ricontattare quei ragazzi - spiega l'assessore - cercando di creare un
canale di comunicazione con le famiglie". Le possibilità offerte poi
sono diverse: il rientro a scuola in forma flessibile, alternando
scuola e lavoro; dei percorsi di formazione all'interno dei luoghi di
lavoro, "ad esempio sulla sicurezza nel lavoro perché il rischio è che
questi ragazzi-lavoratori non conoscano le regole elementari della
sicurezza". E l'inserimento in contesti lavorativi attraverso un
tirocinio che preveda anche un corso di lingua italiana e l'assistenza
di un tutor.