La riduzione del cuneo fiscale
riguarderà anche i dipendenti pubblici?
da
Tuttoscuola del 5/9/2006
Una notizia estiva proveniente da
ambienti vicini al ministero dell’Economia ha prospettato la non
applicazione della riduzione del cuneo fiscale nei confronti dei
dipendenti pubblici.
Come si sa, buona parte della manovra finanziaria da 30 miliardi
dovrebbe servire a ridurre sostanzialmente il cuneo fiscale che grava
sulle buste paga dei lavoratori e sui costi del lavoro per le aziende.
La manovra dovrebbe diminuire sensibilmente gli oneri contributivi che
gravano sugli stipendi dei lavoratori, determinando così un aumento
del netto in busta paga. E l’aumento di fatto degli stipendi dovrebbe
diventare un volano per l’economia.
Il personale della scuola ha attualmente un insieme di ritenute
contributive e assistenziali pari a circa l’11%, che mensilmente non
entra in busta paga, per un importo che oscilla mediamente tra i 180 e
i 200 euro, cioè un valore quasi doppio degli ultimi aumenti
contrattuali.
Non si ancora se la riduzione del cuneo fiscale verrà effettuata
gradualmente (come è probabile) o in un solo colpo, ma se, nell’uno o
nell’altro caso, non dovesse essere estesa ai dipendenti pubblici, si
creerebbe un problema politico rilevante, acuito dal fatto che la
manovra chiederebbe proprio ai comparti pubblici di concorrere, con i
tagli degli organici, alla manovra fiscale per la rimozione del cuneo
degli altri lavoratori.