Padoa Schioppa fa i conti
in tasca alla dispersione.

da TuttoscuolaNews N. 258, 11 settembre 2006

 

Il ministro dell'Economia ha calcolato che la  dispersione  scolastica nei primi quattro anni di corso dei nostri  istituti  superiori  costa allo Stato 2 miliardi e mezzo di euro all'anno.

Padoa Schioppa, forse pensando ad una possibile manovra  di  tagli  di organico,    ha   fatto  questa  semplice  considerazione:  all'inizio dell'anno, tenendo  conto  degli  alunni  iscritti,  si  costituiscono classi che in corso d'anno si riducono di numero in  modo  consistente per interruzioni formalizzate (i ritiri ufficiali  da  scuola)  e  non formalizzate (gli abbandoni veri e propri).

Sono 171 mila gli studenti che in questo modo si perdono senza che  il numero delle classi (un p̣ svuotate), ovviamente, venga ridotto.  Una minima parte passa ad istituti privati; il resto si perde, ma comunque ha un costo  per  le  classi  costituite  che  li  hanno  inizialmente accolti.

A fine anno, tra i  tanti  studenti  rimasti,  289  mila  non  vengono promossi.

E  Padoa  Schioppa  parla  nuovamente  di  costi  inutili  per  questa mortalità.

Da verifiche fatte da "Tuttoscuola" sui dati del MPI utilizzati  dallo stesso ministero dell'Economia, risulta  che  di  quei  289  mila  non promossi solamente 170 mila ritornano, da  ripetenti,  sui  banchi  di scuola, mentre la maggior parte dei 119 mila che  mancano  all'appello seguono i compagni "dispersi" dell'anno prima.

Con interventi mirati  (quali?  tutti  promossi?)  sulla  dispersione, Padoa Schioppa ha calcolato che, oltre ad evitare i costi sociali  del fenomeno, si potrebbero risparmiare  almeno  10  miliardi  in  quattro anni. Un miraggio?