Sindacati sul piede di guerra dopo le ipotesi di tagli alle cattedre nella Finanziaria. L'Istruzione costa 50 miliardi all'anno: la spesa maggiore
Scuola, apertura tra le polemiche Salvo Intravaia, la Repubblica del 2/9/2006
Tagli in vista per la scuola? Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, per la prossima Finanziaria punta lo sguardo su 100 mila cattedre. Siamo ancora nel campo delle ipotesi, ma che la Pubblica istruzione possa essere uno dei bacini da cui attingere per risparmiare è molto probabile.
Insomma, secondo Padoa Schioppa, spenderemmo troppo e con scarsi risultati. In effetti, sempre secondo i dati contenuti all'interno del Dpef, la spesa italiana annua per studente è di 6.518 dollari, mentre la media europea è di 5.595: quasi mille euro in meno. Stessa cosa per le ore di insegnamento annuali per studente: 1.020 in Italia, 932 nei paesi Ue. Inoltre il rapporto studenti docenti ci vede ancora indietro: 10,3 in Italia, 14,4 in Europa. Troppi insegnanti? E con quali risultati? Nei test denominati Pisa (Programme for International Student Assessment: programma per la valutazione internazionale dell'allievo) gli alunni italiani mediamente riportano 473 punti, contro una media europea di 500 punti e i 528 dei compagni del regno Unito, i 507 della Francia o i 487 della Spagna.
Ma in che modo? Nella scuola, le cattedre si possono tagliare in due modi: riducendo gli alunni o comprimendo le ore di lezione. E, nello stesso tempo, approfittando dell'esodo annunciato nei prossimi anni per pensionamenti, che non verrebbero rimpiazzati. E' evidente che la prima strada (la riduzione degli alunni) non è praticabile. La seconda, invece, sì. Da tempo, riguardo alla scuola superiore, si dibatte circa l'eccessivo numero di ore di lezione (e di discipline) soprattutto negli istituti tecnici. Basta riformare la scuola secondaria riducendo le ore di lezione: si rientrerebbe nei parametri europei con un consistente risparmio. Ma tutto questo non convince i sindacati e una parte della stessa Sinistra che considera la scuola un mondo a sé dove non è possibile applicare le stesse regole degli altri settori. E pronti alla battaglia sono anche gli utenti, in particolare le famiglie dei disabili che temono, con il possibile taglio degli insegnanti di sostegno, nuovi problemi nell'inserimento e nella vita dei figli nelle aule scolastiche.
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