Le due Italie della seconda generazione:
a Prato 1 su 4, a Napoli 1 su 100.

da Tuttoscuola, 21 settembre 2006

 

I dati dell’Istat sulle nascite degli ultimi anni consegnano la novità del crescente numero di stranieri nati in Italia: la seconda generazione. E nuovi problemi per il mondo della scuola (e per la società italiana) sono dietro l’angolo.

Nel 2004 la media nazionale dei bambini stranieri nati in Italia è stata dell’8,4%, ma trattandosi, appunto, di una media, rispecchia una situazione notevolmente differenziata tra i territori.

Laddove gli adulti stranieri hanno trovato stabilità di lavoro e di residenza, i nuclei familiari costituiti portano nuove nascite; dove la presenza è provvisoria o di semplice passaggio le nascite di bambini stranieri sono rare o rarissime. Le nascite come indice di stabilità straniera, dunque.

E l’Istat ci presenta due Italie: a Prato nel 2004 i nati stranieri sono stati il 24,9%, a Mantova il 22,4%, a Brescia il 21,4%, a Piacenza il 19,7%.

In fondo a questa graduatoria, con l’1% di nati stranieri, vi sono Napoli e Potenza; ma ancora più giù si trovano Cosenza, Enna e Caltanissetta (0,9%), Nuoro (0,8%) e Taranto (0,6%).

Se si guardano le regioni, sono il Veneto e l’Emilia Romagna ad avere avuto nel 2004 le percentuali più alte di nati stranieri (14,9%), mentre, per contro, la Campania ha avuto soltanto l’1,2% di nati stranieri e la Sardegna l’1,3%.

In valori assoluti, tra le grandi città è Roma ad avere avuto nel 2004 il più alto numero di nati stranieri (2.592), seguita da Milano (1.898) e da Torino (1.450), mentre all’opposto Bari ne ha registrati solamente 59, Catania 61 e Napoli 101.