Tagli, razionalizzazione e timide riforme.

di Pippo Frisone, da ScuolaOggi del 10/10/2006

 

Sono quattro gli articoli che riguardano la scuola: 65-66-67 e 68.

Dalla bozza iniziale alla stesura finale s’è fatto qualche passo avanti.

Non c’è più la “macelleria sociale” ma il chirurgo plastico, Padoa Schioppa, qualche connotato alla scuola lo vuole cambiare. Parliamo dei tagli che non si vedono ma che ugualmente fanno male.

L’art.66, nel rivedere criteri e parametri sulla formazione classi, preannuncia l’obiettivo entro il 2007/08 d’innalzare il rapporto alunni classi dello 0,4. In termini concreti ciò significa che a livello nazionale ci saranno 7mila classi in meno che comporta una riduzione di 14mila posti in organico.

La sostituzione dei criteri sugli organici di sostegno (da 1:138 a 1:168?) pur se non esplicitato ridurrà i posti nella migliore delle ipotesi di 5mila unità nella peggiore di 10mila.

La formazione obbligatoria per i docenti della primaria sulla Lingua Inglese nel biennio 07/08 e 08/09 assorbirà i 14mila posti oggi coperti da personale specialista.

Il cosiddetto piano organico di mobilità per il personale inidoneo farà transitare dopo il 2008 ad altra amministrazione gli attuali 5mila docenti utilizzati in altri compiti.

Il personale in esubero per lo più nella secondaria superiore verrà obbligatoriamente riconvertito su materie affini ovvero sulle attività di sostegno.

Con l’introduzione d’una clausola di salvaguardia all’art.67 il Min.P.I. dovrà provvedere comunque a realizzare le economie previste, pari a 448 milioni di euro nel 2007, 1.324 milioni nel 2008 e 1.402 nel 2009, riducendo se necessario fino a concorrenza degli importi indicati, le dotazioni complessive di bilancio dello stesso Ministero.

Per quanto riguarda le razionalizzazioni si passa dal riordino dei capitoli di spesa unificati in due Fondi per la scuola (art.65) uno per le competenze dovute al personale e uno per il funzionamento delle istituzioni scolastiche. E ancora: abolizione di IRRE e INDIRE sostituite da un’Agenzia per lo sviluppo dell’autonomia, modifiche all’assetto dell’INVALSI, territorialità nelle nomine dei revisori dei conti, nuove norme sul reclutamento dei Dirigenti Scolastici.

Novità anche sul reclutamento dei docenti: superamento delle graduatorie permanenti e dei concorsi a partire dal 2010/2011, eliminato il raddoppio del punteggio sulle scuole di montagna, soluzione per i docenti di strumento musicale , delegificazione delle tabelle di valutazione delle permanenti dal 1.9.07. Le timide riforme riguardano l’innalzamento dell’obbligo a 10 anni e dell’età lavorativa a 16 a partire dal 1.9.07, parziale gratuità dei libri di testo anche nel biennio delle superiori, la messa in sicurezza delle scuole col 50% degli stanziamenti per l’edilizia scolastica (50milioni di euro per 07, 100 milioni per 08 e 100 milioni per 09), defiscalizzazione fino a 1000 euro a docente per acquisto di un PC. E infine quello che mancava nella bozza originaria, la previsione di un piano triennale di assunzioni del personale precario di 150mila unità docenti e 20mila ata.

Qualcosa in più del turn over che ci sarà nel prossimo triennio ma che non eliminerà del tutto il precariato che resisterà fortemente soprattutto tra i non docenti.

Tra tagli, razionalizzazioni e timide riforme questa è una finanziaria tutto sommato benevola con la scuola se andiamo a considerare la bozza iniziale ma che è ancora per tanti versi matrigna e soprattutto priva di quel coraggio necessario a farla uscire dalle secche in cui è impantanata mentre si strizza l’occhiolino alle scuole paritarie, alle quali si regalano stanziamenti incrementati di 100milioni di euro.