Il segreto di Pulcinella.
di Sara Farolfi da
Fuoriregistro del
14/10/2006
Governo e Sindacati
Confederali hanno sottoscritto un "memorandum d'intesa segreto" sulle
pensioni che prevede:
- il passaggio al sistema contributivo pieno;
- l'innalzamento dell'età pensionabile;
- la riduzione delle percentuali di calcolo della pensione.
L'accordo - lo ribadiamo - segreto, che tanto segreto non è
visto che è
già stato reso noto dall'ala dissidente della CGIL,
porta la firma di Prodi, Padoa Schioppa, Damiano e dei
segretari confederali Epifani, Bonanni e Angeletti.
Di seguito
riportiamo la nota pubblicata dal Manifesto che riferisce sugli esiti
di una assemblea autoconvocata svoltasi a Bologna il 9 ottobre scorso
- Red
Legge
Finanziaria: Delegati della Cgil a Bologna: contestato il «memorandum»
Fa discutere la firma apposta dai tre segretari confederali di Cgil,
Cisl e Uil al memorandum d'intesa con il governo sulla riforma del
sistema previdenziale. A dare corpo a perplessità e preoccupazioni è
stata ieri, a Bologna, una prima assemblea regionale di delegate e
delegati di diverse categorie della Cgil. Assemblea autoconvocata,
primo tassello di un dissenso che farà tappa ancora a Bologna con
un'assemblea nazionale di quadri e delegati aperta a membri di tutte
le sigle sindacali, il 23 ottobre. Per chiedere il ritiro della firma
dal memorandum.
Poco più di due pagine, stilate alla vigilia della manovra finanziaria
e con in calce le firme dei tre segretari confederali, insieme a
quelle di Prodi, Padoa Schioppa e Damiano. Nove punti sintetici, ma
«estremamente chiari», che vincolano le tre confederazioni ad avviare
e concludere la discussione sulla riforma del sistema pensionistico
tra gennaio e marzo 2007. «Senza che ci sia stata alcuna discussione,
soprattutto senza alcun mandato da parte dei lavoratori»,
stigmatizzava ieri Roberto Santi del direttivo Filcams dell'Emilia
Romagna. E in barba anche all'odg presentato (e accolto) all'ultimo
direttivo nazionale della Cgil da Gianni Rinaldini, segretario
generale Fiom, che impegnava la confederazione a non avviare alcuna
trattativa in materia di pensioni, senza prima una consultazione tra i
lavoratori.
Un problema di metodo, dunque, ma anche di merito - «una vera e
propria controriforma». Tre, a giudizio dei delegati, i punti più
controversi contenuti nel «memorandum». L'allungamento de facto
dell'età pensionabile, anche mediante disincentivi all'uscita dal
lavoro; il passaggio a un sistema contributivo pieno, «che rischia di
essere un problema serio non solo per le giovani generazioni
precarie»; l'estensione della previdenza integrativa anche al pubblico
impiego, «che rischia di configurarsi come un vero smantellamento
della previdenza pubblica». Come se poi, dicevano ieri diversi
delegati, questa finanziaria, con la partita del Tfr e l'aumento della
contribuzione sia per i lavoratori dipendenti che per i
parasubordinati, già non provasse a fare cassa sulla pelle dei
lavoratori. E come se il bilancio dell'Inps per i lavoratori
dipendenti non fosse in pareggio, a parte i costi che dovrebbero
essere a carico della fiscalità generale. «E' necessario aprire una
vertenzialità dal basso, a partire dai luoghi di lavoro» ha concluso
Santi. «Non sarà un caso che ogni volta che si parla di riforma del
sistema pensionistico tutti si spaventano - commentava in conclusione
un dirigente Cgil presente all'assemblea - Perché dal '74 in poi,
sulle pensioni abbiamo solo perso».